Noci, noccioline, mandorle e chi più ne ha più ne metta – un po’ di frutta secca al giorno toglie il medico (o meglio, lo psicologo) di torno. Secondo uno studio recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Clinical Nutrition un consumo giornaliero di circa 30 grammi di frutta secca potrebbe avere sorprendenti benefici sulla salute mentale, arrivando addirittura a ridurre il rischio di depressione. D’altro canto è bene sottolineare che l’effetto benefico derivante dal consumo di questi cibi è tutt’altro che una novità: uno studio risalente appena alla scorsa primavera aveva evidenziato, tanto per fare un esempio, la loro capacità di ridurre il rischio di infarto e altri problemi di matrice cardiovascolare.
Frutta secca per la salute mentale: l’effetto sulla depressione
Lo studio in questione ha preso in esame più di 13 mila e 500 individui nel Regno Unito di età compresa tra 37 e 73 anni a cui, è bene notarlo, non era stata assegnata una diagnosi di depressione. Ai fini della chiarezza sottolineiamo inoltre che, ai fini della ricerca, la depressione è stata definita come “una diagnosi dichiarata del medico o una condizione legata all’uso di antidepressivi”: i ricercatori hanno valutato la sua “presenza” nei partecipanti sia all’inizio del periodo di analisi che nei follow up successivi.
I risultati, come accennato in apertura di articolo, sono piuttosto eloquenti. “I nostri risultati evidenziano un altro vantaggio del consumo di frutta secca” ha spiegato a tal proposito Bruno Bizzozero-Peroni dell’Università di Castilla-La Mancha, in Spagna “con una diminuzione del 17% della depressione associata al consumo. Tutto questo porta alla luce motivazioni ancora più forti affinché le persone comincino a integrare la frutta secca nella propria dieta”.
Nel corso del periodo di analisi gli autori, che avevano come obiettivo dichiarato quello di analizzare “l’associazione prospettica tra il consumo di frutta secca e il rischio di depressione”, hanno naturalmente registrato ogni forma di consumo di noci, mandorle, pistacchi, arachidi e via dicendo; e preso nota del fatto che, nel corso dei cinque anni in cui lo studio si è protratto, all’8% dei partecipanti è stata diagnosticata la depressione.
Come già riportato nelle righe precedenti, le conclusioni indicano che un consumo basso o moderato di frutta secca – equivalente a una porzione giornaliera di 30 grammi, per l’appunto – è associabile a una riduzione del rischio di depressione del 17%: un effetto che gli autori dello studio hanno collegato agli effetti antinfiammatori e antiossidanti della frutta secca.
“I nostri risultati evidenziano il potenziale ruolo del consumo di frutta secca come comportamento alimentare sano per prevenire la depressione” hanno concluso gli autori. “Poiché la dieta è un fattore modificabile dello stile di vita, i futuri studi clinici a lungo termine dovrebbero valutare se il consumo di frutta secca possa essere una strategia efficace per prevenire la depressione negli adulti”.