Fermi lì – quello che dice la scienza non è una scusa per riempirsi lo stomaco di cioccolato (a meno che il vostro piano non sia quello di farvi venire un bel mal di pancia, è chiaro). Secondo un recente studio pubblicato nel Journal of Functional Foods la teobromina, una sostanza chimica presente nelle fave di cacao e, di conseguenza, nel cioccolato, potrebbe aiutare a proteggere il cervello dalla grande ombra dell’Alzheimer.
Ma non è tutto – la lettura degli scienziati è che la teobromina, grazie alla sua naturale ricchezza di antiossidanti e capacità antinfiammatoria, è per di più anche in grado di contrastare l’effetto negativo di un alto livello di colesterolo sulla memoria e altre funzioni cognitive; oltre a migliorare l’umore e combattere la depressione. D’altro canto avete mai visto qualcuno triste mentre mangia una barretta di cioccolato?
Cioccolato e Alzheimer: la parola alla scienza
Scherzi a parte, è bene notare che i risultati dello studio in questione possono anche e soprattutto essere intesi come estensioni di altre ricerche che hanno già individuato la capacità del cacao di contrastare il naturale processo di invecchiamento della mente – definizione volutamente ampia ma che tuttavia, è bene notarlo, non intende malattie come l‘Alzheimer o altre forma di demenza.
Ma torniamo a noi. “La teobromina ha dimostrato proprietà neuroprotettive” ha scritto il gruppo di ricerca “la capacità di prevenire danni neuronali e miglioramenti nella memoria motoria e nelle funzioni di regolazione cognitiva”. Le conclusioni, tenendo conto della “bassa incidenza di effetti collaterali” e del “minimo danno al corpo umano in risposta a dosi appropriate”, sottolineano come la sostanza e i suoi derivati possano essere intesi come “agenti efficaci per prevenire disturbi legati al cervello, presentando prospettive significative in campo medico”.
Altro interessante – e un poco controintuitivo, a dire il vero – vantaggio del fare del mangiare un poco di cioccolato una sorta di abitudine, spiegano gli scienziati, è la potenziale perdita di peso. La teobromina, infatti, è in grado di aiutare nella scomposizione dei grassi e può contribuire alla salute del fegato e dei reni – una conclusione già precedentemente raggiunta da un altro progetto di analisi scientifica.
“In uno studio di Dan Wei et al.” hanno sottolineato i ricercatori, riferendosi al progetto appena citato “sono stati esaminati gli effetti della teobromina su un modello murino di NAFLD, rivelando che la teobromina ha portato a riduzioni del peso corporeo, del peso del fegato e a miglioramenti nella morfologia del fegato”.