La raffigurazione della figura umana attraverso il cibo non è certo una novità nel mondo dell’arte. Le prime raffigurazioni che saltano alla mente sono i celebri ritratti “vegetariani” dell’Arcimboldo ma, compatibilmente con la conservabilità delle materie prime, slanci artistici realizzati squisitamente con prodotti commestibili non sono certo mai mancati, certo non con risultati sempre all’altezza dell’opera del pittore milanese e delle sue “Teste Composte”. Dai ritratti sulle pizze di Wilhelm Rodriguez, autore di pezzi indimenticabili come la pizza Steve Jobs, con tanto di cornicione a forma di mela, o dell’inquietante Peter Griffin im pomodoro e mozzarella, alle opere pittoriche impresse sulla schiuma dei cappuccini o ai pancake antropomorfi, questa scuola annovera ora un’altra rappresentante: Wibowo, artista giapponese specializzata nelle sculture con materiali non convenzionali, che ha esposto la sua ultima collezione di ritratti di celebrità realizzati in sushi.
La mostra
Va da sé, il sushi è l’archetipo del prodotto da consumare nell’immediato, e la mostra, tenutasi presso la CasildArt Gallery di Londra, è stato più un pop-up, un affare di un giorno supportato dal marchio di alimentari nipponico Yutaka come celebrazione per il world sushi day. Ecco quindi una rassegna di volti noti britannici, i cui volti scolpiti nel riso vengono poi rifiniti con parti proteiche e una generosa dose di calembour. Ecco “Eelton John”, la cui chioma è riprodotta con “eels”, anguille, ben caramellate come da tradizione giapponese, mentre “Edamame Sheeran” ha fagioli al posto degli occhi e abbondante katsuobushi a riprodurre chioma e barba rosse. Forse il trattamento peggiore è stato riservato a Benedict Cumberbatch, ribattezzato Cucumberbatch e con un’inquietante capigliatura verdognola di bucce di, manco a dirlo, cetriolo, che lo fanno sembrare più un villain di Aquaman che Sherlock Holmes.
Ken Furukawa, CEO di Tazaki Foods, azienda proprietaria di Yutaka, è entusiasta: “volevamo creare una mostra che celebrasse la diversità e creatività della cucina giapponese, e ispirare i cuochi casalinghi ad essere avventurosi”.