Una ricerca sul loro DNA rivela che le mandorle nascono velenose, e che siano state addomesticate dall’uomo milioni di anni fa. A condurre gli studi un’equipe coordinata dall’Università di Copenaghen, nella quale spicca anche l’italiano Stefano Pavan, docente presso l’Università di Bari.
L’elemento responsabile del veleno nelle mandorle è l’amigdalina – spiega proprio Pavan – ed è stato l’uomo a domesticare il mandorlo fino a cambiare un gene, o meglio una proteina, che ha poi impedito il formarsi della sostanza pericolosa. Migliaia di anni fa, se ingerite, le mandorle erano tossiche e apportavano cianuro. Non è un caso se Isabel Allende, nei suoi romanzi, collega sovente l’odore di mandorla alla sensazione di morte proprio per la correlazione tra mandorla e cianuro (con sui spesso all’epoca si commettevano omicidi): “il corteo funebre che lasciava dietro di sé per giorni, sospeso nell’aria un odore di mandorle amare“.
Gli studi sono ancora da approfondire: vi sono ancora incertezze sul momento esatto della mutazione in commestibili – c’è appunto chi sostiene sia avvenuta nel 3000 a.C. e altri che valutano più corretto il 10000 a.C -e addirittura le origini stesse del frutto (Asia centrale? Tigri? Eufrate?). Corretto citare la rivista Science, che per prima ha pubblicato l’affascinante ricerca.