Mamma emiliana prepara il ragù ma la figlia vegana la minaccia: ”Smetti o ti accoltello”.
Non è Lercio, è la Gazzetta di Modena, nonostante quel puntualizzare la provenienza della mamma, che viene facile immaginare come la tipica radzora impegnata a girare lentamente il ragù secondo tradizione, faccia subodorare un certo talento per la battuta.
Insomma è successo davvero un giorno di marzo 2016: una 47enne vegana che non sopportava l’odore del ragù della madre l’ha minacciata di morte, ed è stata denunciata.
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Volete conoscere la minaccia precisa? “Adesso ci penso io a farti smettere, se non la smetti di fare il ragù ti pianto un coltello nella pancia”.
Prima della denuncia per “minaccia semplice” finita sulla scrivania del Giudice di Pace di Modena, il copione del diverbio famigliare che sfocia in minacce da parte della figlia vegana, disoccupata, e quindi costretta alla convivenza forzata con cappelletti, lasagne, pasticci, cotechini, borlenghi e l’immancabile ragù, si è ripetuto per mesi.
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Ma dopo l’ultima lite, con annesse assurde e ridicole minacce di morte, l’energica madre 68enne amante della cucina tradizionale, ha deciso di portare in tribunale la figlia che, nonostante vivesse ancora con lei, si è allontanata dai gusti famigliari fino a diventare vegana.
Vegana disgustata dall’odore di quel ragù cucinato a fuoco lento.
Ieri, il nostro Luca Iaccarino, scriveva nel suo Buonappetito che il veganesimo è indubbiamente una scelta piuttosto radicale ma ognuno è libero di far quel che vuole.
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“Tuttavia —aggiungeva Iaccarino— come tutte le scelte radicali esercita un fascino ANCHE (anche, non solo) su chi ha perso equilibrio”.
Ve le sentite di dargli torto?
[Crediti | La Gazzetta di Modena]