Per l’intera durata della stagione estiva vi abbiamo raccontato dei danni provocati dalla siccità, sottolineando come perfino le potenziali tregue dalla crisi idrica avessero finito per risolversi nella furia del maltempo. Piogge torrenziali e violente, trombe d’aria e grandinate hanno preso ad abbattersi su un suolo arido e impoverito, incapace di assorbire l’eccesso di acqua, determinando frane e smottamenti e decimando le produzioni agricole: in questo contesto, secondo la più recente analisi della Coldiretti redatta sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd), l’estate 2022 si classifica come la peggiore degli ultimi dieci anni con ben 1642 trombe d’aria, grandinate e bufere di acqua e vento, in aumento di oltre cinque volte rispetto all’inizio del decennio.
Si tratta, a onor del vero, di un primato di cui avevamo già percepito il sentore, che conferma (se mai ce ne fosse stato ancora bisogno) la tendenza dell’Italia a scivolare verso una tropicalizzazione del clima. La lettura della Coldiretti, in questo senso, sottolinea come i danni provocati dal maltempo siano così severi anche perché colpiscono aree rese più fragili dalla cementificazione e dall’abbandono: basti pensare che nel 2021 sono stati consumati oltre 2 metri quadrati di suolo al secondo, il valore più alto degli ultimi 10 anni.
Nell’ultimo decennio le superfici perse avrebbero potuto garantire – di nuovo, secondo le stime Coldiretti – la fornitura complessiva di 4 milioni e 150 mila quintali di prodotti agricoli e l’infiltrazione di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua di pioggia che ora, scorrendo in superficie, non sono più disponibili per la ricarica delle falde e aggravano la pericolosità idraulica di un territorio che lo stesso Ordine degli agronomi ha definito “fragile”. “Per questo sono necessari” sottolinea l’associazione “interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana in modo da gestirne l’utilizzo quando serve”.