Il mais e la farina di mais in Kenya stanno facendo discutere: i prezzi in aumento, anche di tanto, mettono in disaccordo i funzionari governativi, che ne stanno ipotizzando la causa. C’è infatti chi parla di siccità con conseguente carestia e scarsità di scorte (e meno mais è a disposizione, più è prezioso quello presente), e c’è chi dice sia necessaria l’importazione per risolvere sia la carenza sia i prezzi alti del mais autoctono.
Il segretario del Gabinetto dell’agricoltura Mwangi Kiunjuri sostiene che la carestia recente abbia condizionato molto la produzione e la vendita della farina di mais, il cui prezzo aumenta anche del 25%. Per risolvere questo problema, egli suggerisce l’importazione di 1 milione di tonnellate di mais.
Dall’altra parte c’è Noah Wekesa, presidente della riserva alimentare, che cerca di contenere la preoccupazione garantendo scorte sicure di mais per coprire fino a settembre. Per Wekesa, l’importazione non solo non è quindi necessaria ma è anche un rischio da più punti di vista: il primo è che potrebbe falsare i prezzi. Inoltre, c’è un’altra implicazione: il Kenya solitamente rilascia permessi di importazione a mugnai privati per portare mais quando c’è carenza, ma ciò potrebbe ridurre i prezzi ad un livello in cui gli agricoltori difficilmente otterrebbero un profitto. Dice infatti Wekesa: “we cannot look after the trader who makes huge profit and forget the farmer”, ovvero “non possiamo badare al commerciante che fa enormi profitti, e dimenticare il contadino”.
Fonte: bloomberg.com