Le indagini del Nucleo di polizia economico e finanziaria della Guardia di Finanza di Catania hanno portato alla luce una serie di ristoranti in crisi con tassi al 120% imposti dalla Mafia. Grazie a tali indagini, è finito in carcere Giuseppe Luigi Celi (denunciato anche il padre Antonino Celi in quanto in possesso di una pistola calibro 7.65 e quaranta cartucce): l’uomo, di 32 anni, applicava tassi del 120% tramite prestiti usurari concessi ai ristoratori in difficoltà a causa del lockdown.
Essendo che l’uomo frequenta le famiglie mafiose del clan Santapaola-Ercolano, ecco che si è ipotizzato che dietro a questi prestiti ci fosse lo zampino della Mafia. L’indagine in questione è iniziata a causa di un ristoratore del catanese che si era trovato in difficoltà a causa della crisi economica provocata dal Coronavrus. L’uomo aveva accumulato dei debiti verso Celi, con annessi alti tassi usurari.
Di fronte a un prestito di 3.500 euro, il ristoratore avrebbe dovuto restituire una serie di rate con un tasso di interesse superiore al 120%. Quando l’uomo ha pagato l’ultima rata vicino a un distributore di benzina a Misterbianco, ecco che sono saltati fuori i militari. Grazie alle perquisizioni fatte, sono venuti a galla agende, documenti e pizzini che si riferivano alla contabilità in nero e che confermavano il prestito usurario fatto.