Per quanto riguarda il Made in Italy, in questi giorni al vaglio dell’UE c’è la questione dell’etichetta per difendere i cibi italiani. Secondo quanto affermato da Coldiretti, a causa delle firme raccolte in sette paesi europei (1,1 milioni di firme), il 16 e 17 dicembre il Consiglio Agricolo UE parlerà proprio dell’etichetta di origine degli alimenti, quella che servirà a evitare di spacciare come Made in Italy alimenti ottenuti da prodotti stranieri.
Coldiretti, insieme ad altri cittadini europei, ha promosso l’iniziativa nota come “Eat original! Unmask your food”. La richiesta all’UE è semplice: estende l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a ogni alimento, nessuno escluso. Coldiretti si è dichiarata soddisfatta del lavoro svolto finora: la petizione, consegnata simbolicamente anche al premier Giuseppe Conte, ha avuto il sostegno di Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Grecia.
La richiesta è che l’obiettivo di indicare obbligatoriamente l’origine degli alimenti in etichetta entri a far parte del piano “Farm to fork” del Green New Deal proposto proprio dalla Commissione Europea. Il fatto è che la normativa che entrerà in vigore nell’aprile 2020 non garantirà al consumatore un’informazione completa.
Secondo Coldiretti, finora l’Unione Europea è stata alquanto contraddittoria e confusionaria per quanto riguarda la questione: l’obbligo di indicare l’origine in etichetta per le uova c’è, ma non per gli ovoprodotti. Idem dicasi per la carne: per la carne fresca l’obbligo sussiste, ma non per i salumi. E la stessa cosa succede per la frutta fresca (obbligo) e per i succhi di frutta o la marmellata (assenza dell’obbligo), così come per il miele (obbligo) e lo zucchero (mancanza dell’obbligo).
I consumatori chiedono maggior chiarezza, soprattutto per i prodotti Made in Italy in modo da tutelarsi da falsi e tarocchi, mercato che costa più di 100 miliardi di euro l’anno.