L’ultimo trend dei social è decorare il frigorifero: ma è una buona idea?

Chi ha detto che non si può decorare l'interno del frigo? Il fridgescaping è il trend social che promuove l'estetica (ma anche la contaminazione).

L’ultimo trend dei social è decorare il frigorifero: ma è una buona idea?

I social media ci regalano sempre nuovi trend, che non vuol dire per forza buone idee. L’ultimo della lista è il cosiddetto “fridgescaping”, ovvero l’arte di decorare il frigo. Attenzione, perché non si tratta della moda, vecchia quanto l’elettrodomestico stesso, di personalizzare la porta con magneti, foto, disegni, calendari e quant’altro. No, qua si parla proprio di adornare l’interno del frigorifero. Con qualunque oggetto a disposizione, tra fiori, lucine colorate, farfalle di plastica. Una pratica più estetica che pratica, e decisamente più performativa che igienica.

Cos’è il fridgescaping

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Stavolta la colpa non è (solo) dei social media. Il fridgescaping è un termine nato in seno ai blog della prima decade 2000, un corollario al più famoso e sensato tablescaping, ovvero l’arte di decorare la tavola. Il termine è stato coniato dall’interior designer Kathy Perdue nel 2011, in un post nel suo blog Good Life of Design dedicato proprio all’interno del frigorifero. Una proposta all’avanguardia che anticipava i milioni di video TikTok che feticizzano l’organizzazione di contenitori e contenuti nel frigo con sottofondo Asmr.

Un post è una cosa, l’amplificazione dei social media (soprattutto Instagram) è un’altra. Così oggi, oltre alle sistemazioni stile Tetris e agli arrangiamenti cromatici per un interno frigo più aesthetically pleasing, girano centinaia di foto in cui i suddetti interni vengono “arredati” come una sala. Ci sono fiori freschi (vanno forte le orchidee), luci colorate, polaroid sospese, vasetti, candele, santini, cornici, statuine. Ci sono video a tema, da Halloween al Natale, dal cottagecore a Bridgerton (Fridgerton!).

Il punto è: a che serve? Di sicuro non a chi, effettivamente, cucina. E ancora meno a chi ha a cuore i rischi di contaminazione e cattiva igiene degli alimenti.

Perché non ha senso

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Il fridgescaping ha più livelli di problemi. Il primo è la praticità: chi usa il frigorifero (dovremmo essere tutti, ma sorvoliamo) fa fatica a districarsi fra il ciarpame. Si tratta decisamente di un atto puramente performativo e per nulla pratico, anche perché la suddetta “opera” si può “ammirare” solo per pochi secondi alla volta. Per chi cucina molto spesso poi, il fridgescaping è soltanto un impaccio: fili che ostacolano l’apertura dei cassetti, foto e statue da togliere e rimettere, fiori che cadono in continuazione. Sai che incubo?

Il secondo e più grave problema è il rischio per la sicurezza alimentare, a cominciare dalle scadenze.  Da cibi che, affinché risultino evidenziati nella composizione, hanno vita più breve (su tutti, i frutti di bosco); a quelli che, a forza di stare nascosti dietro a oggetti inutili, rischiano di scadere perché semplicemente non si vedono.

Ci sono poi i rischi di contaminazione vera e propria. Ad esempio perché vengono utilizzati contenitori non adatti, come vasi antichi che potrebbero avere tracce di piombo o metalli pesanti. Oppure perché, a forza di fare spazio a luci, colori, Babbo Natale (cit.), si mettono insieme alimenti che dovrebbero stare lontani tra di loro causando contaminazioni crociate che poi si ritrovano sul piatto. E non importa quanto tale piatto sia decorato e adorabile: l’intossicazione si becca lo stesso.

Come si decora l’interno del frigorifero

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Partendo dal presupposto che il fridgescaping è un diletto da primo mondo che serve soltanto ai like altrui e che nella vita vera non ha alcuna funzione pratica e/o positiva. C’è un modo per farlo in maniera sensata? In teoria sì: lo spiega Ellen Marie Bennett, CBO della linea utensili da cucina Hedley & Bennett e presentatrice del programma Kitchen Glow Up, a Food & Wine. Per lei il fridgescaping hardcore ha una funzione puramente artistica ed effimera. Chi lo mostra sui social probabilmente prepara tutto ad hoc, scatta e poi scompone il tutto. Ancora meglio se il frigo è nuovo di zecca, così poi si può sistemare il cibo vero senza impacci.

Per la Bennett il fridgescaping sensato è composto da contenitori uniformi (lei preferisce quelli larghi e bassi), dai segnalini stampati o scritti a pennarello su reparti e confezioni, e uno massimo due oggetti “estranei”. Basta una foto simpatica, giusto per sorridere anche quando si compie un’azione tanto automatica quanto aprire la porta del frigo. Per quel che riguarda gli estremi beh, il fridgescaping val bene un post. Ma nulla più.