Mettiamo fin da subito i puntini sulle i – il vino ovviamente nuoce alla salute, e considerando che sguazziamo in una società che tollera al punto da celebrare ed esortare folcloristicamente l’alzare il gomito, crediamo che sia opportuno sottolinearlo. Anche perché il fiume della narrazione sopracitata pare in piena: per avere conferma basta volgere lo sguardo al Festival del Trentodoc, tenutosi lo scorso fine settimana, in cui il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida è intervenuto suggerendo di abbinare il consumo di vino al benessere fisico portandolo agli eventi di sport.
Lungi da noi il voler demonizzare il vino, ma di fatto la narrazione che “in realtà bere il (fantomatico) giusto è sano e fa bene” non aiuta proprio nessuno. Inutile nascondersi dietro un dito o una retorica piaciona che parla alla pancia: il vino è alcol, l’alcol fa male, e di alcol si muore.
Il vino secondo Lollobrigida
Retorica di cui il sopracitato intervento di Francesco Lollobrigida è di fatto straripante. “L’obiettivo del Governo è di proteggere il vino trentino e italiano dalle aggressioni da parte di chi tenta di criminalizzarne il consumo” ha spiegato il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare. “Per questo motivo abbiamo candidato la cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco”.
Poi la stoccata contro le etichette con avvertenze sanitarie, spina nel fianco alla cui introduzione Lollobrigida si è sempre opposto in una fiera – ma non sempre limpida – opposizione. Spiega il Ministro: “Le etichette allarmistiche sotto il profilo sanitario, che stiamo contrastando, sono tese a chiudere un mercato in crescita piuttosto che a salvaguardare la salute dei consumatori. Lo confermano fior di medici”.
Curioso: in riferimento al consumo di alcol (vino naturalmente compreso) le linee guida ufficiali del Ministero della Salute dicono “zero o il meno possibile”; ma d’altro canto non sarebbe la prima volta che Lollobrigida dimostra di non esserne a conoscenza. Ma proseguiamo.
Segue il momento dell’idea, la folgorazione, il genio: “Per rendere più chiaro il concetto, eleviamo la promozione, abbinando il consumo di vino al benessere fisico con gli eventi sportivi” spiega ancora Lollobrigida. Già li vediamo, gli stand con calici di Prosecco per rifornire i maratoneti; Gianmarco Tamberi che con la medaglia d’oro che pende al collo sale sul podio con un calice di Barolo e lo fa fuori durante l’inno (e con quest’immagine, ne siamo certi, abbiamo titillato tutti i sensi dei nostri paladini dal gomito alzato); Marcell Jacobs che dopo i cento metri di corsa festeggia attaccandosi a una bottiglia di Chianti. Il modo migliore per difendere il vino italiano dalla “criminalizzazione”: Alessandra Mussolini ne sa qualcosa.