Il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, ha presentato un bel dilemma: se il Governo prevede l’apertura dei ristoranti anche a cena in zona gialla, dal 26 Aprile, solo se hanno uno spazio all’aperto, come faranno tutte le città ben famose per avere spazi limitati, come Venezia?
Luca Zaia si aggiunge alle voci che stanno criticando la decisione del Governo di privilegiare ristoranti con dehors: secondo Fipe, addirittura si parla di “discriminazione“. Il governatore del Veneto ha usato termini più “diplomatici”, ma che alla fine hanno concordato con il tema principale, ovvero la poca chiarezza sul perché aprire locali che hanno spazi all’aperto.
“Quello dei ristoratori senza spazio all’esterno per i dehors è un problema che va risolto“, ha detto Zaia durante una conferenza stampa torna sulla questione delle riaperture dei ristoranti. “Abbiamo un sacco di ristoratori che non hanno il plateatico, ad esempio pensare che a Venezia tutti possano avere il giardinetto per fare ristorazione, è difficile“.
Zaia ha voluto introdurre l’argomento scottante della ristorazione all’aperto, allargando la polemica sul fatto che “non siamo davanti a un lockdown” e sottolineando “che il 90% delle imprese è aperto. Sono fermi bar, ristoranti, palestre, piscine e il mondo dello spettacolo, che son gli ultimi ad aprire. Una valutazione la farei, cosciente del fatto che il virus c’è. Ma non possiamo pensare che sia solo colpa del ristorante se la gente si infetta. Se il tema è ‘solo all’aperto’, allora tutti devono essere all’aperto. Non solo la ristorazione, ma anche le altre attività che prevedono assembramenti”.
Per chiudere il suo pensiero, Zaia ha citato l’esempio delle linee guida “severe” che erano state decretate all’inizio: “nelle linee guida delle Regioni, per esempio, era stata indicata una distanza di due metri tra i tavoli per la riapertura dei ristoranti e l’obbligo di aprire le finestre.” Anche se, come ben sappiamo, queste linee guida in realtà non tutti i ristoratori le hanno rispettate.
[ Fonte: Il Messaggero ]