Fa discutere e non poco il nome “Lovigino“, assegnato a un ristorante che ha aperto a inizio autunno in zona San Salvario, nel capoluogo piemontese: ad aprire il dibattito è Libera Torino, insieme ad altre associazioni, che sottolinea quanto sia controverso e, per certi versi, inappropriato. “Lovigino”, infatti, risulta essere il nomignolo di un ex camorrista poi collaboratore di giustizia. Che i titolari ne fossero all’oscuro?
Per le associazioni non c’è alcun dubbio: si tratta di una scelta riprovevole, e in una nota diffusa ai giornali ribadiscono come le mafie e tutto il bagaglio di morte e dolore che portano con sé non può essere di certo oggetto di battute o marketing. “Vorremmo un Paese capace di scelte simboliche opposte, che non minimizzi il peso delle mafie o banalizzi la loro pericolosità”, si può leggere nella nota sopracitata, pubblicata anche sul sito di Libera. “E vorremmo cittadini, anche in questa città, che si comportino di conseguenza”.
I titolari del locale torinese, tuttavia, sostengono di non avere assolutamente alcuna intenzione di strizzare l’occhio alla criminalità organizzata. “La ricerca (del nome del locale, ndr) è avvenuta tramite società di marketing che ci hanno sottoposto svariati nomi” spiegano i titolari. “Cercavamo un nome che si avvicinasse al love, al passion e al pleasure e ci hanno proposto ‘Lovigino’, un nome di fantasia che poteva richiamare il messaggio che volevamo mandare e inoltre suonava anche molto bene”. Un messaggio, per l’appunto, che mira a passione e piacere, e di certo non al mondo della malavita.