È partita così, come una piccola proposta semiseria, e invece – come sempre accade in Italia, è diventata la questione centrale di questi ultimi mesi: la tassa sulle merendine proposta dal ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti continua a far parlare i giornali e i politici, soprattutto dopo che il ministro ha dichiarato che sono le lobby a non volerla.
In un’intervista rilasciata a Luca Telese per TPI, il ministro Fioramonti ha dichiarato che la sua proposta, pensata per ridurre il consumo di zuccheri a favore di alimenti più salutari, è sotto attacco da parte di “lobbisti, aspiranti lobbisti e amici dei lobbisti”, ma di avere invece “l’appoggio dei medici, dei nutrizionisti, dei climatologi, che sono d’accordo sulla proposta” (e anche il nostro, in linea di massima, anche se non ci spieghiamo davvero tutto questo clamore nei confronti di una proposta tutto sommato marginale nelle azioni future di un governo appena insediato).
Insomma, Fioramonti è convinto: se la tassa sulle merendine non si farà, è perché “quando in questo paese sfiori interessi economici importanti è evidente che si scateni una reazione”, mentre lui va avanti con la sua battaglia, non essendo “condizionato né condizionabile da altri interessi che non siano il bene pubblico”.
[Fonte: TPI]