Londra: un ristorante di sushi vieta ai clienti di usare profumi

Un ristorante di sushi a Londra ha vietato ai clienti di usare profumi troppo forti: coprono l'odore del sushi

Londra: un ristorante di sushi vieta ai clienti di usare profumi

Prendere nota: se si va a mangiare al Sushi Kanesaka di Londra non bisogna usare profumi. Questo ristorante di sushi di Londra, infatti, ha vietato ai suoi clienti di utilizzare profumi troppo forti in quanto rischiano di coprire l’odore del sushi. Paese che vai, dress code che trovi.

In questo ristorante di sushi di Londra banditi i profumi troppo forti

Masa, sushi ristorante New York

Il ristorante Kanesaka si trova al 45 Park Lane di Londra e fa parte della Dorchester Collection. Il locale verrà inaugurato il 1 luglio e potrà ospitare 13 commensali per volta. Diretto da Shinji Kanesaka (se il nome non vi è nuovo è perché è collegato al Sushi Konesaka di Tokyo, due stelle Michelin), ecco che qui i commensali potranno gustare fino a 20 piatti preparati in diretta davanti ai loro occhi, per la modica cifra di 420 sterline a persona.

Tuttavia non è lo chef o i piatti o i prezzi a suscitare scalpore. No, è il dress code richiesto per potervi accedere che sta facendo discutere. Molti ristoranti richiedono un preciso codice di abbigliamento per poter entrare. Per esempio, c’è chi vieta di entrare in abbigliamento sportivo o con le scarpe da ginnastica.

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Tuttavia è meno comune che il dress code di un ristorante si occupi anche dell’eau de toilet dell’ospite. Il Kanesaka di Londra, infatti, chiede ai clienti di evitare di usare il profumo prima di andare a mangiare da loro. Certo, lo fa in bel modo dicendo “Per garantire la migliore esperienza di sushi per te e per i tuoi commensali, ti chiediamo gentilmente di astenersi dall’indossare profumi”, ma è indubbio che sia una richiesta alquanto bizzarra.

Ma c’è un preciso motivo per cui il ristorante in questione ha fatto questa richiesta: i profumi troppo forti, infatti, rischiano di coprire l’odore dell’aceto usato nelle preparazioni. Essendo che la parola sushi la si può tradurre con “riso acido”, è capibile perché lo chef non voglia che un profumo troppo forte finisca col coprire l’aroma di uno degli ingredienti chiave dei piatti.

La richiesta ha suscitato sentimenti contrastanti. Alcuni concordano con la richiesta dello chef, ricordando che in precedenza veniva richiesto allo stesso personale del ristorante di non usare profumi troppo intensi, proprio per lo stesso motivo. Il che è confermato anche dal Wine and Spirits Education Trust che consiglia agli studenti di non spruzzarsi profumi prima delle degustazioni in quanto potrebbero influenzare le loro percezioni.

Ma c’è anche chi ha dato contro al ristorante. Oisin Rogers, ex proprietario del The Guinea Grill, in un tweet ha replicato che si tratte di “chiacchere sconsiderate e bizzarre”, nonché che lui non sopporta queste “sciocchezze paternalistiche da ristorante”.

Un po’ lo chef possiamo capirlo: a chi non è mai capitato di andare al ristorante e di pranzare accanto a un vicino di tavolo che sembrava essersi tuffato in una vasca di profumo, con la sua eau de toilet invadente che ti ostruiva le narici? Per contro, però, non posso fare a meno di chiedermi se lo stesso divieto valga anche per coloro che, soprattutto d’estate, non considerano prioritaria l’igiene intima delle proprie ascelle. Anche in questo caso non ci sarebbe il rischio di coprire l’aroma dell’aceto con un olezzo decisamente più sgradevole di un profumo?