Andiamo in Lombardia perché una legge regionale permetterà ai giovani che vogliono diventare pastori di partecipare a dei tirocini formativi nelle aziende lombarde del settore, in modo da imparare il mestiere.
La legge in questione è stata approvata all’unanimità in commessione e dovrebbe arrivare in Consiglio il 12 luglio. Questa norma ha lo scopo non solo di aiutare a realizzare dei tirocini con programmi specifici di formazione, ma anche di valorizzare di più la pastorizia, inclusi anche gli aspetti culturali tramite la promozione di convegni e ricerche.
In aggiunta si pensa anche di creare la Giornata Regionale del Pastoralismo e della Transumanza che dovrebbe tenersi a settembre quando gli animali torneranno dagli alpeggi.
Giovanni Malanchini, consigliere regionale, è stato il primo firmatario di questa legge che mette in campo 300mila euro. Fra gli scopi di tale progetto c’è anche quello di valorizzare maggiormente i prati stabili (sono quelli in pianura) e gli alpeggi (son quelli in montagna), sostenendo i comuni e cercando di creare anche un’anagrafe regionale.
Secondo Michele Corti, professore dell’Università di Milano, nell’ultimo censimento fatto sugli alpeggi della Lombardia, su 669 alpeggi, 461 lavoravano il latte. Da allora questo dato si è dimezzato, perdendo fra l’altro anche produzioni tipiche di pregio. Inoltre nel 2001 erano alpeggiati 37mila bovini, soprattutto vacche da latte, mentre adesso prevalgono i bovini asciutti, cioè le vacche da carne, le manze e le vacce da latte asciutte.
Per quanto riguarda gli ovini, c’erano 51mila pecore e 15mila capre. Grazie ai transumanti, questi numeri sono rimasti più o meno stabili, anche se i transumanti, con le loro 60-70mila pecore, d’estate devono spostarsi anche in Piemonte e Trentino per l’alpeggio.
Parlando di addetti del settore, nel 2001 quelli dell’alpeggio erano 1.800, di cui 423 donne, con un’età media di 47 anni. I numeri adesso sono però diminuiti visto che per custodire gli animali da carne servono meno persone.
La superficie di pascolo, invece, nel 2001 era di 86mila ettari, mentre gli alpeggi si sviluppavano su 226mila ettari, cioè oltre il 20% della superficie montana lombarda.
Inoltre nel 2001 l’alpeggio coinvolgeva più di 1.000 aziende, con un totale di 3.500 aziende zootecniche di montagna. Se la crisi dell’alpeggio continuerà a procedere in tale direzione, ecco che potrebbero andare perse produzioni come il bitto, le formaggelle d’alpeggio e il formai de mut.
Sempre a proposito di pastori: lo sapevate che a Barcellona usano pecore e pastori per prevenire gli incendi?