Specialisti di diplomazia del globo terracqueo, una domanda: ma com’è che non vi è mai venuto in mente di organizzare una bella cena come si deve, con vino robusto e piatti succulenti, per domare i bollori di chi vuole schierare carri armati e jet da combattimento? L’intuizione, la chiave per raggiungere la pace nel mondo, obiettivo sempre solenne ma (ahinoi) un po’ fumoso che ci insegnavano al catechismo quando eravamo bambini, l’ha trovata il ministro Lollobrigida: organizzare una cena ben organizzata.
Il ponte tra il buon cibo (e il buon vino, si capisce) e la soluzione al mosaico geopolitico è stato ipotizzato dal ministro durante una breve intervista a margine di un evento al Foro Italico, dove si è tenuto un evento organizzato per celebrare la candidatura della cucina italiana a Patrimonio Unesco. “Quanto è importante stare a tavola, discutere e ragionare, bere un bicchiere di vino, dialogare” ha spiegato Lollobrigida. “Quante guerre non ci sarebbero state di fronte a cene ben organizzate”.
La diplomazia a tavola, in tutti i sensi
Che poi, diciamocelo chiaramente, Lollobrigida non si sbaglia: provateci voi a trovare la forza di dichiarare guerra quando avete lo stomaco pieno della consueta tripletta antipasto-primo-secondo e magari innaffiato di un buon rosso. Al massimo, tra una palpebra calante e uno sbadiglio malcelato, si può tentare una partita a Risiko e poco più.
Insomma, spesso e volentieri capita di parlare di gaffe, di sfortunati malintesi interferenza tra le genuine intenzioni del ministro e l’apparentemente indecifrabile codice della comunicazione (com’è successo con la siccità che per fortuna colpisce il Sud, con i poveri che mangiano meglio dei ricchi e il vino simbolo del benessere fisico agli eventi sportivi), ma non è questo il caso: quella di Lollobrigida è un’ode all’abbiocco.
Non se la prenda, ministro: naturalmente si scherza. D’altro canto sarebbe anche corretto, da parte nostra, concedergli il beneficio della gaffe, per l’appunto, o diversamente dell‘ironia sottile (fin troppo, forse: talmente sottile da andare quasi a sparire): un piccolo riconoscimento per chi, al netto di dichiarazioni più o meno ambigue, potrebbe tranquillamente essere considerato membro onorario della redazione dissaporiana.
A questo punto non ci resta che attendere e vedere se nel futuro prossimo qualche missione di diplomazia raccoglierà il consiglio di Lollobrigida: una cena ben organizzata come antidoto alla guerra. Ce li vediamo Putin e Zelensky che, chiacchierando degli Europei di calcio ormai alle porte e di carri armati, si dividono una bottiglia di vino. Chissà: magari una di quelle regalate direttamente da Silvio Berlusconi.