Lollobrigida non ha capito nulla sul grano coltivato in Algeria

Un'azienda italiana coltiverà grano in Algeria ma sul destino del grano c'è confusione: Lollobrigida non ha capito il testo del Piano Mattei o teme la reazione nazional popolare?

Lollobrigida non ha capito nulla sul grano coltivato in Algeria

Cominciamo a essere un po’ preoccupati Francesco Lollobrigida, big boss dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare italiane: perde colpi, dev’essere stressato. Per forza, dato che sembra aver capito niente del Piano Mattei né della questione grano coltivato in Algeria. La ragione che ci fa scrivere questa cosa? Beh, il ministro continua da giorni ripetere una litania che contraddice il testo di quel piano che lui stesso ha contribuito a redigere e approvare: escludiamo che sia in malafede, da qui il sospetto che debba riposarsi e riprendere le fila del proprio lavoro.

Questo Piano Mattei per l’Africa è il progetto di diplomazia, cooperazione allo sviluppo e investimento dell’Italia che ha lo scopo di rafforzare e rinnovare i legami con il continente. Risale a gennaio 2024 e coinvolge Repubblica del Congo, Costa d’Avorio, Egitto, Etiopia, Kenya, Marocco, Mozambico, Tunisia e appunto Algeria. Proprio qui l’idea è che un’azienda italiana coltivi grano per generare frutti da molti ettari di terreno autoctono. Sul destino del grano italo-algerino, tuttavia, e grazie a Lollobrigida, c’è moltissima confusione.

Il destino del grano che gli italiani coltiveranno in Algeria

grano

Sembra un déjà vu: poco tempo fa eravamo qui a cercare di trovare senso e filo logico nella Legge Massari voluta da Lollobrigida e dal maestro pasticciere, senza trovarlo. E non solo, nemmeno Massari stesso sembrava avere sotto controllo la questione, al di là delle parole d’orgoglio e petto gonfio in merito. Ed eccoci ancora qui, non con una legge ma peggio con un piano di collaborazione internazionale che coinvolge Italia e Africa (con “un approccio non più predatorio ma cooperativo“, cit. Giorgia Meloni) che fa acqua da molte parti.

Francesco Lollobrigida e quel vizio ripetuto nel trattare con i giornalisti Francesco Lollobrigida e quel vizio ripetuto nel trattare con i giornalisti

A quanto pare l’azienda italiana BF coltiverà quarantamila ettari di terreno Algerino per produrre grano. Perfetto. A cosa serviranno questi quarantamila ettari di grano? Per il Ministro Lollobrigida la risposta è una sola e ripetuta da settimane: “È ovvio che le produzioni che verranno realizzate in Algeria serviranno intanto il popolo algerino per avere autosufficienza alimentare. Certamente di quel grano non ne arriverà un chicco in Italia“. Fanpage ha percorso a ritroso le ultime settimane, e Lollo si è più volte mostrato convinto di tale affermazione: il grano italo-algerino rimarrà in Algeria. Sì perché lo scopo romanticissimo è “restituire all’Africa quello che è dell’Africa“, dice Lollobrigida.

Lollobrigida: svista (inammissibile) o paura (inconscia) di dire la verità?

A giudicare le risposte rassicuranti e a tratti permalose fornite da Lollobrigida, quindi, sembra proprio che un “approccio cooperativo e non predatorio” con l’Africa sia dunque vero… e invece no, non lo è. E lo conferma il Piano Mattei stesso, non complotti di chissà quale tipo. Nessun chicco di grano algerino, e coltivato dall’azienda italiana BF, finirà qui da noi diceva? Ebbene il testo del Piano Mattei attesta un altro scenario.

piano-mattei-grano-algeriaPiano Mattei testo a pag. 63 – fonte senato.it

A notarlo è sempre Fanpage, che fa notare un dettaglio nel Piano Mattei (qui riportato per intero, in pdf). Si legge chiaramente: “tra gli obiettivi dell’iniziativa, in una logica di mutuo beneficio, una quota del 30% della produzione è prevista essere riservata all’esportazione verso l’Italia“. Perché, dunque, affermare ripetutamente e con animo caldo che il grano algerino resterà in Algeria e nel caso dovesse essere troppo sarà distribuito comunque nel continente africano? Un altro errore di comunicazione ingenuo-fino-a-un-certo-punto e che è comunque inammissibile per un politico, oppure è un temere il popolo italiano gastro-nazionalista (alimentato, un perfetto gioco di parole, proprio da questa politica e soprattutto da Lollobrigida) quando saprà che la pastasciutta sulla tavola Santa domenicale viene (anche) dall’Algeria?