Lollobrigida è preoccupato dagli eccessi di sostenibilità ambientale

Secondo il ministro Lollobrigida, gli allevamenti non inquinano quanto vogliono far credere e non è così urgente intervenire: altre Nazioni fanno peggio di noi.

Lollobrigida è preoccupato dagli eccessi di sostenibilità ambientale

Il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida era ieri in collegamento da Bruxelles con LiveIn, trasmissione di Sky Tg24 condotta da Giovanna Pancheri. L’intervista è durata circa un quarto d’ora e come prevedibile la giornalista si è concentrata soprattutto sulla protesta degli agricoltori e sulla questione inquinamento degli allevamenti intensivi.

Lui non si è mostrato preoccupato, anzi addirittura ha denunciato chi è preoccupato o allarmato, riferendosi a un eccesso di sostenibilità ambientale. La parabola di Lollobrigida inizia dagli agricoltori e si conclude con un giudizio lapidario sulle emissioni, di cui nega i dati allarmanti senza tuttavia fornire prove.

Il (non) problema ambientale

lollobrigida-eccesso-ambientale

La giornalista chiede al Ministro come il governo intenda agire sulla questione ambientale, e lui risponde mettendo le mani avanti e dichiarando di “usare dati reali, dati scientifici, non ci si basa su politica o posizioni ideologiche”. Continua: “noi siamo il modello agricolo più virtuoso del Pianeta, è un dato che non è possibile smentire. Se noi diminuiamo le nostre produzioni fatte in modo sostenibile perché eccediamo in norme e vincoli nei confronti dei nostri produttori, otteniamo questo effetto: diminuiamo e diventiamo soggetti all’acquisto di quei prodotti provenienti da quei paesi che non rispettano nessuna regola – sull’ambiente e sui diritti del lavoratori, sulle norme che noi spesso imponiamo in maniera troppo rigida“.

Per il Governo l’agricoltura viene prima di ogni cosa: ma è giusto così? Per il Governo l’agricoltura viene prima di ogni cosa: ma è giusto così?

Poco prima, Lollobrigida aveva detto che “fin dai trattati di Roma, l’agricoltura era al centro sia della sicurezza alimentare sia della protezione dell’ambiente. A un certo punto, per visioni ideologiche che poco avevano a che fare con il reale obiettivo di tutelare l’ambiente, l’agricoltura è diventata improvvisamente il nemico della sua terra. Una vera follia“. Insomma, stiamo esagerando, perché “i nostri agricoltori e i nostri allevatori sono quelli che seguono di più (e sono dati oggettivi) le regole e sono quelli più sottoposti a controlli, quindi cerchiamo di essere razionali!“. Ambientalismo sì, ma se compatibile con le “politiche per la sopravvivenza del nostro modello sociale“.

Le emissioni degli allevamenti intensivi? Irrilevanti

lollobrigida-chiede-alle-mucche-benessere-animale

Giovanna Pancheri si aggancia a Lollobrigida chiedendogli un’opinione in merito ai dati allarmanti sullo stato dell’inquinamento in Lombardia anche a causa degli allevamenti intensivi (dati scientifici alla mano), con emissioni crescenti in una piccola porzione di territorio. Risposta: “dobbiamo evitare di concentrare la nostra attenzione su una parte molto marginale del dato sulle emissioni, senza concentrarci invece sul fatto che alla diminuzione delle nostre produzioni corrispondono invece vere e proprie catastrofi ambientali provocate da altre nazioni“. Sta dicendo, quindi, che siccome altre nazioni inquinano di più allora la piccola e tenera Italia non debba sentirsi in colpa se anche lei inquina tramite allevamenti intensivi.

Lollobrigida e Food For Profit: il botta e risposta con Giulia Innocenzi Lollobrigida e Food For Profit: il botta e risposta con Giulia Innocenzi

Da noi gli allevamenti intensivi sono un fenomeno del tutto irrilevante se guardato nell’ambito planetario rispetto ai nostri competitor o a nazioni come la Cina. La sovrapposizione del nostro sistema di allevamento ai dati delle emissioni non corrisponde a quella catastrofe che ogni tanto qualcuno in termini allarmistici tende a definire un elemento tale da dover ridurre il nostro modello di produzione (che garantisce lavoro ed equilibrio sociale). Stiamo intervenendo ma non bisogna eccedere“. Il fatto è che nessuno si inventa niente, e “qualcuno” non è un gruppo di protestatori ma vere e proprie inchieste sull’argomento. Food for Profit di Giulia Innocenzi è l’ultima. Ma, tanto, le chiacchiere stanno a zero: basta chiedere alla mucca se sta bene e questa dirà di sì.