La vicenda di Satnam Singh, morto poche ore fa dopo essere stato abbandonato per strada con un braccio mozzato, è sconvolgente: per la sua violenza, sì, ma anche e soprattutto per la feroce mancanza di umanità – permetteteci di usare un eufemismo – che la contraddistingue.
La notizia è (finalmente) arrivata anche a Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura: “Esprimo il mio cordoglio per la morte del bracciante indiano deceduto dopo essere rimasto gravemente ferito in un incidente sul lavoro e abbandonato senza che nessuno gli prestasse soccorso” ha spiegato. “Il Governo Meloni è in prima linea su tutti i fronti per contrastare qualunque forma di sfruttamento sul lavoro”.
Il problema non è il contenuto, ma…
Continua Lollobrigida: “Siamo di fronte a una tragedia che non ci può lasciare indifferenti e sulla quale andrà fatta piena luce. Con il Ministero del Lavoro e la Regione Lazio continuiamo a lavorare in modo concreto contro chi elude la legge e non ha rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori. In Italia non c’è spazio per chi vuole operare fuori dalle regole. Tolleranza zero“.
Non è il contenuto (ci mancherebbe) a farci alzare il sopracciglio, a onore del vero, quanto i tempi. La vicenda di Singh dovrebbe farci chiedere se, a un certo punto, la questione morale di comprare prodotti agricoli da un Paese dove il lavoro viene ancora declinato in connotati brutali e svuotati di ogni diritto – e badate bene, guai a parlare di “caso isolato”: il caporalato, erbaccia tenace e parassitaria, infesta notoriamente l’agricoltura nostrana, comprese le zone più ricche e di presunta eccellenza come le colline del Barolo – non dovrebbe dominare qualsiasi discussione sulle eccellenze italiane, dove il fiume retorico che le esalta è sempre in piena.
Ma non divaghiamo: i tempi, per l’appunto. Ci saremmo aspettati un commento da parte del ministro Lollobrigida già nella serata di ieri, naturalmente a condannare una macchia evidentissima su quella agricoltura tanto cara al governo, e non stamattina.
D’altronde i canali social del ministro dell’Agricoltura ci mostrano che, nel frattempo, ha avuto tempo per commentare anche altre cose. Una leggerezza, insomma: un po’ come quella che, secondo il titolare dell’azienda agricola in questione, è anche costata la vita a Satnam Singh.