Si tratta di una di quelle regole che, anche senza troppa evidenza scientifica, tutti conoscono: con lo zucchero è meglio non esagerare. Ci pare doveroso sottolinearlo, dopo un titolo del genere, che d’altronde la calvizie è un problema assai comune e le soluzioni a volte confinano con l’esoterico. Eppure, un gruppo di studiosi dell’Università di Sheffield non ha dubbi: c’è un tipo di zucchero presente in natura negli esseri umani e negli animali che potrebbe essere “raccolto” e utilizzato come trattamento della calvizie.
Il composto organico in questione è il 2-deossi-D-ribosio (2dDR), e il suo potenziale nuovo impiego è stato scoperto in maniera accidentale. Il gruppo di ricercatori, infatti, stava studiando la sua potenziale capacità di favorire la guarigione delle ferite quando notò come i peli attorno a queste stessero mostrando i sintomi di una crescita accelerata.
Come funzionerebbe il trattamento?
Sheila MacNeil, professoressa dell’Università di Sheffield e parte del sopracitato gruppo di studio, la fa semplice: “La nostra ricerca suggerisce che questo particolare zucchero desossiribosio naturale potrebbe aumentare l’afflusso di sangue ai follicoli piliferi, e incoraggiare così la crescita dei capelli”.
Naturalmente l’idea, per ottenere la considerazione della comunità scientifica, doveva necessariamente essere messa in pratica. I ricercatori hanno così tentato di imitare il processo di perdita dei capelli in alcuni topi aumentando il loro testosterone, e creato quattro gruppi di osservazione: uno negativo, trattato con diidrotestosterone (DHT); uno trattato con minoxidil (farmaco comunemente utilizzato per trattare l’alopecia); uno a cui veniva somministrato del gel 2dDR e un ultimo a cui veniva invece riservato un gel composto da un mix di minoxidil e 2dDR.
I rispettivi trattamenti sono stati somministrati ogni giorno per venti giorni, al termine dei quali gli scienziati hanno osservato come i topi appartenenti al gruppo trattato con il solo gel zuccherino mostravano una ricrescita simile a quella del gruppo trattato con minoxidil, con vasi sanguigni complessivamente aumentati in numero e un aumento della lunghezza e della densità del follicolo pilifero.
I risultati suggeriscono dunque che il composto zuccherino possa rappresentare una potenziale alternativa economica ed efficace alle offerte farmaceutiche attuali (per l’alopecia, chiaro, ma anche per la caduta dei capelli portata dalla chemioterapia, per esempio), ma gli scienziati sono ancora – comprensibilmente – cauti.
“Per studiare al meglio il meccanismo d’azione del 2dDR sarà necessario ulteriore lavoro per indagare i livelli di crescita dell’endotelio vascolare (VEGF), che stimola la crescita di nuovi capelli, in seguito all’aggiunta del composto” ha spiegato ancora MacNeil.