Lo spritz al posto di un figlio: i giovani d’oggi secondo la ministro Roccella

Secondo Eugenia Roccella, ministro per la Famiglia, in Italia non si fanno figli per un problema culturale: i giovani preferiscono lo spritz.

Lo spritz al posto di un figlio: i giovani d’oggi secondo la ministro Roccella

Che la bassa natalità sia uno dei problemi più pressanti per il nostro caro e vecchio Stivale non dovrebbe essere una novità per nessuno. Siamo, dati alla mano, il Paese più vecchio d’Europa con una età media di 48 anni (quella del Vecchio Continente, giusto per darvi un termine di paragone, è invece di 44,4 anni); e primi per quanto riguarda il rapporto tra i cosiddetti anziani (categoria che comprende tutte le persone al di sopra dei 65 anni) e coloro che invece sono in età lavorativa: il 37,5%. In altre parole sì, il problema esiste ed è serio e sfaccettato: ha (almeno) un aspetto sociale, uno culturale e uno – particolarmente preoccupante – economico. Per Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia la Natalità e le Pari opportunità, pare invece che il problema sia esclusivamente culturale: i giovani preferiscono lo spritz al fare figli. Sarà vero?

L’aperitivo al posto del marmocchio

spritz

Non dubitiamo che ci sia almeno una coppia per cui la realtà è questa – e per carità, non li biasimiamo -, ma francamente ignorare l’elefante nella stanza – un costo della vita sempre più alto e stipendi che, soprattutto e in particolare per quanto riguarda i più giovani, falliscono clamorosamente nel tenere il passo – ci pare una dimostrazione di miopia così grossolana da farci venire il dubbio che sia deliberata.

Francesco Lollobrigida difende la ministra Rocella paragonando le attiviste di “Non una di meno” ai nazisti Francesco Lollobrigida difende la ministra Rocella paragonando le attiviste di “Non una di meno” ai nazisti

“In Italia non si fanno figli per un problema culturale” ha spiegato Eugenia Roccella al convegno, organizzato al Consiglio regionale del Lazio, “Natalità, conciliazione, welfare aziendale”. “In uno dei tanti incontri che ho fatto c’era anche il giornalista Francesco Verderami, disse: “Sì, infatti oggi l’alternativa è tra lo spritz e il figlio“. Con questo voleva dire che oggi hai delle opportunità che un tempo non c’erano e che fare i figli può essere un ostacolo a vivere queste opportunità”.

Lo ripetiamo per chi si era seduto in fondo – è vero, c’è chi (e c’è sempre stato: non prendiamoci in giro) preferisce lo spritz ai figli, ma la prima cosa che ci viene in mente, leggendo queste parole, è che semplicemente i giovani stiano migrando verso ciò che possono effettivamente permettersi.

Ma torniamo alle parole di Roccella. “Io ho detto che bisogna eliminare questi ostacoli far sì che lo spritz sia il figlio, dando un ambiente amichevole nei confronti della genitorialità” ha continuato la ministra. “In questo metaforico spritz rientra la costruzione di un welfare aziendale e un mondo del lavoro che sappia tenere conto di queste nuove esigenze”. Ah, allora alla fine il sottinteso è venuto a galla (cos’era, già, quell’altra cosa che galleggia sempre?). A noi, in ogni caso, rimane un dubbio: meglio uno spritz o un cane con un nome da bambino?