Giammarco Pelli, uno dei due gestori dell’Hosteria Di padre in figlio in provincia di Roma, si è sposato. Ma oggi non abbiamo alcun gossip spensierato per voi, perché il matrimonio del patron, vincitore anche di 4 Ristoranti, si è trasformato in un festeggiamento dai toni nostalgici con tanto di cori fascisti.
Siamo a Castel Gandolfo, nel locale che nel 2019 aveva ottenuto il popolarissimo riconoscimento di Alessandro Borghese. L’osteria, che conta due locali gestiti da Giammarco e dalla sorella Giorgia, si autoproclama punto di riferimento per la tradizione locale – tradizione che da culinaria ha assunto le tinte scure del politico durante i festeggiamenti in occasione delle nozze del gestore. I social ci consegnano una testimonianza visiva delle celebrazioni all’uscita dalla chiesa di San Tommaso da Villanuova, con tanto di canti del Ventennio.
Le celebrazioni nostalgiche all’Hosteria La Fraschetta di Padre in Figlio
«L’oste si sposa!». Così su internet uno dei titolari della fraschetta «Di padre in figlio» in via del Corso a Castel Gandolfo, Giammarco Pelli, al centro delle polemiche e delle accuse da parte del sindaco Alberto De Angelis per aver festeggiato il suo matrimonio venerdì pomeriggio in piazza della Libertà con cori fascisti cantati dagli ultrà romanisti di un gruppo della Curva Sud. Al momento non è stata aperta un’indagine su quanto accaduto ma la Procura potrebbe avviare un fascicolo nel caso vengano evidenziati reati. In particolare i tifosi hanno intonato «Faccetta nera» ma con un coro con parole diverse rispetto alla canzone originale, e poi hanno gridato «eia, eia, alalà». La scena è stata immortalata in un video che potrebbe essere acquisito nelle prossime ore. Intanto gli sposi sarebbero partiti per il viaggio di nozze. Il neo marito è un tifoso giallorosso, ma non è responsabile dei cori intonati subito dopo le sue nozze. La fraschetta «Di padre in figlio», uno degli storici ristoranti della cittadina- #castelgandolfo #notiziedelgiorno #corrieredellasera
Posted by Corriere della Sera on Sunday, September 15, 2024
Facendo un salto sul profilo Instagram dello sposo, la situazione non sembra migliorare: le immagini pubblicate dal ristoratore sono tutte velate (neanche troppo) da un inneggiamento a un passato che oggi, giusto per ricordarlo, la nostra Costituzione condanna e punisce.
Il sindaco e tutto il Comune disapprovano quanto avvenuto nella loro Piazza della Libertà, luogo simbolo di valori che cozzano, per usare un eufemismo, con gli ideali trasmessi dal coro nuziale. In una nota trasmessa al giornale Info Castelli Romani, il primo cittadino riflette sull’importanza di difendere la democrazia e garantisce il suo impegno nell’accertare insieme alle autorità la dinamica dei fatti ed eventuali reati commessi.
Intanto l’osteria Di padre in figlio resta lì, sul corso principale del paese, a servire “i piatti della tradizione romana di un tempo“; quanta nostalgia del passato in questa famiglia. Chissà se quanto accaduto trasformerà la fama portata dal programma del tele-chef in impopolarità dettata dai recenti eventi. Ne dubitiamo, ma speriamo che l’episodio arrivi alle orecchie e alle mani di chi di competenza e che venga approfondito e trattato come Costituzione comanda.