A dicembre 2015, “La Liste“, classifica francese che aggrega i 1.000 ristoranti migliori del mondo, aveva premiato il ristorante de l’Hotel de Ville di Crissier, vicino a Losanna, con la prima posizione.
Ma né questo, né le tre stelle Michelin hanno impedito allo chef franco-svizzero Benoit Violier, di suicidarsi con un colpo di arma da fuoco la mattina del 31 gennaio nella sua casa, sempre nella cittadina svizzera.
Per il momento non si hanno altri dettagli sulla dinamica né sui motivi del gesto che richiama un altro suicidio, quello dello chef Bernard Loiseau, il 24 febbraio del 2003. In qual caso la spiegazione ufficiale fu che la Guida Michelin voleva togliere una stella a La Côte d’Or, il suo ristorante in Borgogna.
Ma quella di Violier è (in apparenza) una storia diversa, la storia di un cuoco al culmine del successo.
Chef dell’anno per la guida Gault Millau nel 2003, collaboratore di maestri indiscussi come Joël Robuchon, tre anni fa aveva preso il posto nel ristorante de l’Hotel de Ville di Philippe Rochat, suo mentore e mito della cucina transalpina, scomparso nel luglio dell’anno scorso, che lo aveva cresciuto fin dal 1996 plasmandolo per diventare il migliore.
Forse proprio la scomparsa del suo adorato maestro, avvenuta all’improvviso a causa di un malore mentre andava in bicicletta, e mai superata dal 44enne Violier, potrebbe rappresentare una spiegazione plausibile del gesto, ma è presto per dirlo.
La planète est orpheline de ce Chef d’exception, Benoît Violier. Je suis anéanti.
— Marc Veyrat (@marcveyrat) January 31, 2016
Colleghi del calibro di Pierre Gagnaire e Paul Bocuse, grandi custodi della tradizione culinaria francese, hanno già espresso il loro cordoglio attraverso i social network: il mondo è orfano di uno chef eccezionale, ha scritto Marc Veyrat, un altro di loro, sul suo profilo Twitter.
La polizia ha dichiarato che è stata aperta un’indagine per chiarire le circostanze del suicidio, se davvero di suicidio si è trattato.
[Crediti | Link: Repubblica, immagini: Cnn]