Il glifosato torna (ancora) all’ordine del giorno: nel corso dell’ultima puntata, come i nostri lettori più attenti ricorderanno, vi raccontammo della proposta della Commissione europea di rinnovare per altri dieci anni l’autorizzazione del controverso erbicida all’interno del territorio europeo a una serie di condizioni più o meno severe. Proposta che a onore del vero giunse a coronare un lungo dibattito costellato da studi scientifici spesso e volentieri in contrasto fra loro (ricordiamo, tanto per fare un esempio, l’European Chemicals Agency che sostiene che non sia cancerogeno e uno studio successivo che invece confuta radicalmente tale conclusione), e che ha visto gli Stati membri unirsi per votare la sua effettiva entrata in vigore.
Glifosato e il voto dell’Italia
Il verdetto? Ve la facciamo semplice – il torbido limbo del glifosato è destinato ad allungarsi ancora per qualche tempo. Un comunicato stampa redatto dalle autorità comunitarie, infatti, ci informa che “non è stata raggiunta la maggioranza necessaria per adottare (o respingere) la proposta”, e che di conseguenza tale proposta, “che si basa su un parere espresso dall’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, sarà sottoposta al Comitato d’appello”. In altre parole, i tempi slittano fino alla prima metà di novembre.
Attenzione, però – l’appuntamento con la decisione definitiva è ormai alle porte. “La decisione sul rinnovo del glifosato” si legge ancora nella sopracitata nota stampa “deve essere presa entro il 14 dicembre 2023, poiché l’attuale approvazione scade il 15 dicembre 2023”.
È bene notare che, ad aggiungere ulteriori strati di complessità alla questione, c’è quella che in passato su queste pagine abbiamo definito la danza dei pesticidi: trovare un equilibrio per declinare in una formula sostenibile la tutela dell’ambiente e il mantenimento di un raccolto abbondante, che verrebbe inevitabilmente mutilato dalla messa al bando del glifosato, pare decisamente difficile.
L’Italia, nel frattempo, ha ritenuto opportuno votare “sì” alla proposta di continuare a utilizzare il glifosato – una decisione che come accennato ha finito per frantumarsi contro il più folto fronte del “no” (formato da Austria, Croazia e Lussemburgo) e delle astensioni (Germania, Francia, Belgio, Bulgaria, Paesi Bassi e Malta) e mancando, di conseguenza, l’appuntamento con la maggioranza necessaria (quindici Paesi membri, rappresentanti almeno il 65% della popolazione del Vecchio Continente) ad approvare il testo.
Che prevede, dunque, il futuro? Gli Stati membri saranno naturalmente chiamati a votare nuovamente sulla proposta di riautorizzazione in una commissione di appello nelle prossime settimane; anche se, stando a quanto lasciato trapelare, si prevede che la Commissione abbia in piano di modificare la proposta. “Se anche in questo caso non si raggiungerà la maggioranza qualificata” si legge nel frattempo in un comunicato di Isde Italia “spetterà alla Commissione decidere autonomamente”.