È allarme Listeria in Europa, a causa di alcuni lotti di minestrone surgelato a marchio Findus.
Ma va detto subito che il caso non sembra essere preoccupante per i consumatori italiani. La possibilità che il batterio –raro ma responsabile di infezioni anche mortali– si espanda colpendo anche in Italia è molto basso.
La segnalazione è partita da Greenyard, fornitore belga della nota casa di surgelati, che sabato scorso ha ritirato dal mercato in via precauzionale 14 lotti di minestrone che potrebbero essere stati contaminati dal batterio della listeria.
Questi i lotti ritirati:
– Minestrone Tradizione 1 KG, L7311 L7251 L7308 L7310 L7334;
– Minestrone Tradizione 400g, L7327 L7326 L7304 L7303
– Minestrone Leggeramente Sapori Orientali 600g L7257 L7292 L7318 L8011
– Minestrone Leggeramente Bontà di semi 600g L7306.
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Oltre a Findus, anche Lidl è stata coinvolta dall’allarme listeria, due prodotti a marchio Freshona, sempre prodotti da Greenyard, sono stati ritirati dai punti vendita siciliani della nota catena di discount.
La listeria è una minaccia sempre presente in Europa: in Ungheria, ad esempio, i morti per listeriosi dal 2015 sono stati 9, mentre 47 sono stati i casi di infezione; il batterio proveniva da uno stabilimento ora sterilizzato, ma “finché in prodotti incriminati sono ancora in circolazione o nei congelatori possono emergere nuovi casi”, fa sapere il governo ungherese.
Il batterio –Listeria monocytogenes– è diffuso nell’ambiente, si può trovare nel terrreno, nelle piante, nelle acque; anche bovini, ovini e caprini possono esserne portatori, ma l’ingestione di cibi contaminati è comunque la prima causa di infezione.
La listeria è uno dei pochi batteri in grado di sopravvivere e moltiplicarsi anche a temperature di congelamento, una condizione che invece distrugge la maggior parte dei batteri, ma è anche abbaatanza semplice da annientare, con la cottura a temperature superiori ai 65° C e fino agli 80 per alcuni tipi di carne.
Per quanto sia un batterio dal rischio infettivo considerato raro, la listeria è molto minacciosa, e l’infezione che ne consegue, la listeriosi, può essere pericolosa per i soggetti più deboli, anziani, bambini o immunodepressi.
La diagnosi è spesso complicata dal lungo periodo di incubazione, circa 70 giorni, durante i quali i sintomi –che vanno dalla stanchezza, nausea vomito fino anche, nei casi più gravi, alla meningite e setticemia– si possono confondere con quelli della comune influenza. Gli antibiotici restano l’unica cura per l’infezione.
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I cibi più soggetti a rischio listeria sono gli alimenti preparati e confezionati, ma il batterio si riproduce anche in carne, pesce e latticini, in particolare latte non pastorizzato, formaggi molli, burro e in tutti i preparati pronti a base di carne, come i prodotti da gastronomia o insalate preconfezionate e tutti i cibi trasformati.
In Italia, si sono verificati alcuni episodi di listeriosi, tutti risoltisi senza conseguenze, come quello, nel 2014, che ha colpito una mensa scolastica torinese.
[Crediti: La Stampa, Corriere]