Difficile, e forse addirittura impossibile, ignorare i segni lasciati dall’imperversare da quella che, dati alla mano, è stata riconosciuta come la stagione epidemica di influenza aviaria più grave di sempre. La sola Francia, che nel corso degli ultimi mesi si è confermata come una delle zone più “calde” per il virus in questione, ha di recente dichiarato chiusa l’emergenza contando (almeno) dieci milioni di pennuti morti.
Mesi lunghi e carichi di tensione, non c’è ombra di dubbio: c’è chi ha giustamente intavolato un discorso di natura più etica, chiedendosi quanto e come possa essere sostenibile una filiera che, per sopravvivere, doveva necessariamente e continuamente mutilarsi; e chi ha a più riprese puntato il dito contro le conseguenze economiche, come i rincari stellari ai prezzi delle uova. A oggi, progettare una difesa contro l’influenza aviaria pare fondamentale: la stessa Francia, che abbiamo citato in apertura, ha già avviato una campagna di vaccinazione di massa; ma dal Regno Unito ecco arrivare una soluzione alternativa – l’editing genetico. Potranno, dunque, i polli geneticamente modificati salvarci dalla prossima epidemia di aviaria?
Influenza aviaria ed editing genetico: il parere della scienza
L’obiettivo, come probabilmente avrete già intuito, sarebbe quello di proteggere i volatili almeno parzialmente dalle infezioni di influenza aviaria andando a modificare direttamente i loro geni. L’intenzione dei ricercatori, secondo quanto scritto in uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Nature Communications, sarebbe quella di utilizzare una tecnologia di modifica genetica nota come “CRISPR”, una sorta di “forbice” che di fatto permette di effettuare interventi di ingegneria genetica di altissima precisione.
L’intervento, se così vogliamo definirlo, andrebbe ad apportare una serie di modifiche specifiche a un gene chiamato ANP32, identificato come “essenziale” per la proliferazione del virus dell‘influenza aviaria all’interno delle cellule dei polli. Stando a quanto spiegato dai ricercatori, infatti, i virus influenzali sono in grado di “dirottare” proteine come ANP32 all’interno delle cellule per favorire la loro replicazione: un “colpo di forbice” potrebbe dunque interrompere questo meccanismo di crescita e rendere più difficile per il morbo sopravvivere nell’organismo modificato.
Al momento, gli esperimenti hanno dimostrato he quasi tutti i polli geneticamente modificati hanno mostrato resistenza a dosi più basse di una forma di influenza aviaria meno letale rispetto al ceppo H5N1 (quello protagonista dell’ultima stagione epidemica, per intenderci).
“Possiamo muoverci verso la resistenza dei polli all‘influenza aviaria, ma siamo ancora lontani da questo obiettivo” ha spiegato Wendy Barclay, professoressa all’Imperial College di Londra. “Avremmo bisogno di più modifiche, modifiche più robuste, per arrestare davvero del tutto la capacità di replicazione del virus.”