In questa nuova puntata di “Nuova Delhi chiude i rubinetti” – nell’ultima, lo ricorderete, abbiamo avuto modo di analizzare lo stop alle esportazioni di riso – si parla di zucchero: stando a quanto riportato da Reuters, infatti, pare che l’India stia seriamente valutando l’opzione di vietare ai produttori nazionali di zucchero di esportare la propria produzione a partire dal mese di ottobre, chiudendo il flusso verso l’estero di questo particolare bene per la prima volta negli ultimi sette anni. La motivazione, proprio come nel caso del riso e ancora prima per il grano, è prettamente pratica: come dichiarato dalle fonti governative, infatti, la carenza di piogge avrebbe mutilato sensibilmente i raccolti innescando timori circa la capacità di soddisfare il fabbisogno interno.
L’India e lo stop all’export di zucchero: quali sono le conseguenze?
La prima conseguenza di un eventuale stop – prima, ovvia e relativamente immediata – sarebbe una ulteriore scarica di tensione inflattiva sui mercati alimentari globali o, in altre parole, l’ennesimo aumento dei prezzi del cibo. D’altro canto, le autorità governative dell‘India paiono inamovibili nelle proprie dichiarazioni: “Il nostro obiettivo principale è soddisfare il fabbisogno locale di zucchero e produrre etanolo dalla canna da zucchero in eccesso” ha spiegato a Reuters una fonte governativa rimasta anonima. “Per la prossima stagione non avremo abbastanza zucchero da destinare alle quote di esportazione”.
Come accennato in apertura, la pietra dello scandalo è soprattutto di matrice climatica. Le piogge monsoniche nei distretti più importanti per la coltivazione della canna da zucchero dello stato occidentale del Maharashtra e dello stato meridionale del Karnataka – che insieme rappresentano più della metà della produzione totale di zucchero dell’India – hanno fatto registrare un volume inferiore al 50% rispetto alla media.
Quel che ancora più preoccupa le autorità locali è il fatto che la siccità, oltre naturalmente a minacciare la produzione di zucchero nella stagione in corso, andrebbe di fatto a compromettere la semina per la stagione successiva, penalizzando ulteriormente i volumi produttivi del futuro prossimo.
I prezzi locali, nel frattempo, hanno già cominciato a risentire della carenza di zucchero. “L’inflazione alimentare è motivo di preoccupazione” ha spiegato ancora la sopracitata fonte. “Il recente aumento dei prezzi dello zucchero elimina ogni possibilità di esportazioni”. Numeri alla mano, l’inflazione al dettaglio in India è balzata al 7,44% a luglio, al massimo degli ultimi 15 mesi, e l’inflazione alimentare all’11,5%, il livello più alto da oltre tre anni.
Il blocco all’export, in altre parole, vorrebbe – e dovrebbe – agire come calmiere per permettere ai prezzi interni di abbassarsi un poco.