Lo sanno tutti: per tirare le fila della tensione non c’è bersaglio più efficace che la pancia. Vogliamo dire, pensate a quanto il Gastroboomer medio tenda a inalberarsi quando si parla di pizza con l’ananas (che noia, poi: sapevate che in realtà è pure buona?). Ecco, l’identikit del nostro protagonista rientra, almeno in parte, in questa concezione: uno chef–spia 40enne, russo ma da 14 anni in Francia, che stava complottando con la Russia per “provocare ostilità” durante le Olimpiadi.
Il nostro protagonista è finito in manetta nella giornata di domenica, in seguito a un blitz degli agenti di polizia della Brigate d’élite di ricerca e intervento (BRI), mossi direttamente dal ministro degli Interni francese. All’interno del suo appartamento, stando a quanto lasciato trapelare, sarebbe stato rinvenuto un documento collegato a un’unità appartenente alle forze speciali russe.
Quali erano i suoi piani?
Distribuire avocado toast a tutti i presenti, in barba alla lista dei cibi vietati alle Olimpiadi? Introdurre delle friggitrici e cominciare a friggere delle patatine? Improvvisarsi bibitaio e cominciare a vendere alcolici, doverosamente vietati, tra gli spalti? Ovviamente no: i piani dello chef, considerando il coinvolgimento del Cremlino e degli eredi del KGB, erano ben più seri.
L’accusa nei suoi confronti, spiegano i colleghi del The Guardian, è quella di “intelligence con una potenza straniera allo scopo di provocare ostilità in Francia”, che potrebbe portare a trent’anni di reclusione. Vale la pena notare che a Parigi “da tempo – scrive il Guardian – si teme che la Russia possa cercare di immischiarsi” ai Giochi Olimpici, ma che, secondo quanto emerso fino a ora dalle indagini, il crimine non sarebbe legato al terrorismo.
Sono comprensibilmente pochi i dettagli: all’interno dell’appartamento le forze dell’ordine hanno trovato prove in grado di dimostrare l’intenzione dello chef di avviare un “progetto su larga scala” con conseguenze anche “gravi” durante i Giochi.
Uno spiraglio, inquietante ma comunque interessante, su quello che sarebbe potuto succedere giunge da un’intercettazione telefonica risalente a due mesi fa circa: il nostro protagonista, parlando con un funzionario dei servizi segreti russi, avrebbe detto che “i francesi terranno una cerimonia di apertura come non si è mai vista prima”.