L’incredibile favola moderna sul caffè di Carlo Rienzi, il “rompiscatole” del Codacons, porta la pace con Fedez

L'assist a Fedez dietro l'incredibile storia di Carlo Rienzi, il "rompiscatole" del Codacons, e del capotreno pugliese che scende da bordo per prendergli un caffè.

L’incredibile favola moderna sul caffè di Carlo Rienzi, il “rompiscatole” del Codacons, porta la pace con Fedez

Potevamo aspettarci di tutto, ormai, dopo questi primi e intensissimi sei mesi del 2024. Infatti riserva ancora delle sorprese: dobbiamo leggere il blog personale di Carlo Rienzi ovvero il presidente del Codacons. Sembra di essere tornati ai tempi di MySpace (sì, siamo vecchi), quando ogni parola e sentimento messi da chiunque online avevano le stesse potenzialità dei racconti di Carver. In questo caso, Rienzi ci arricchisce col racconto del capotreno che scende a prendergli un caffè: sulla storia in sé nulla da dire ma, ecco, può finire nel blog di Rienzi una cosa del genere? In mezzo a riflessioni spontanee sui tempi che corrono e all’accoratissimo sodalizio – che ha dell’incredibile – con Fedez?

“Il rompiscatole”, si auto-definisce Rienzi alludendo a uno spirito indomito in stile Gramellini (visto che di “caffè” stiamo parlando). Ma il suo uso ingenuo e cringe del blog, invece, lo definisce letteralmente “Xvr2rmpnbf8mDt8L”: tale è la sua firma infatti, il nome-utente accanto all’icona grigia e impersonale che inaugura ogni articolo, che meglio si addice alle poche idee ma ben confuse che ha sul potere della parola pubblicata online.

Buoni sentimenti e un assist a Fedez

carlo-rienzi-codacons-blogIncipit del racconto sul capotreno, di Carlo Rienzi

In data 20 giugno, Carlo Rienzi ha pubblicato sul proprio blog personale un racconto intitolato “La gentilezza del capotreno che scende per un caffè”. Di buon mattino il presidente del Codacons sale sul treno, non fa in tempo a prendere un caffè, commenta la cosa ad alta voce, il capotreno lo sente e senza esitazione scende dal mezzo solo per procurargliene uno e “aiutare un anziano”. Tutto molto bello e nulla si può dire contro l’oggettivo bel gesto del protagonista: evviva l’umanità ha speranze, c’è del buono in tutti noi, siamo tutti “più ottimisti di ieri”. Dubito fortemente, tuttavia, che il racconto fosse fine a se stesso visto che comincia parlando di Fedez (seppur indirettamente). Per chi non sa: Fedez e il Codacons hanno alle spalle un’accesissima guerra, costante negli anni e aperta fino a pochi giorni fa.

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Ora, out of the blue, leggiamo invece cose come “Fedez fa pace col Codacons” con tanto di t-shirt ironiche sul nuovo sodalizio indossate dal rapper e da Rienzi. Perché mai? Perché ora, poi? Non ci vuole molto per fare due più due, e senza essere troppo macchinosi – visto che è lo stesso Carlo Rienzi a suggerirlo nel proprio racconto sul caffè: “(…) dopo tante notizie di speculazioni e ruberie varie nei confronti dei consumatori“. Una frase messa li bella alla primissima riga dell’emotivo e romantico episodio col capotreno. Una frecciata all’episodio del Pandoro Gate e delle varie beneficenze sollevati da Selvaggia Lucarelli, e analizzati profondamente nel libro “Il Vaso di Pandoro”, che coinvolge – ma pensa! – sia Fedez sia il Codacons.

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Il racconto sul caffè del capotreno e quella prima frase (talmente fuori tema che nemmeno sappiamo esprimerci pienamente a riguardo) è solamente uno spoiler: in data 24 giugno, infatti, esce un altro post personale del “Rompiscatole”, intitolato “Menomale che c’è chi pensa ai più deboli“. I deboli: “Qualche parola di approfondimento riguardo l’iniziativa organizzata a Taranto e che ha coinvolto Fedez in materia di diritto alla salute e danni prodotti dall’Ilva“. A mali estremi, estremi rimedi. Mal comune mezzo gaudio. Fatti nemici i tuoi nemici. Poco importano la dignità e la credibilità. O i consumatori.