Utilizzati come disinfettante naturale in tutto il mondo, e il prezzo sale fino a raddoppiare. Stiamo parlando del limone, le cui richieste sul mercato europeo e nel resto del mondo stanno letteralmente volando in tempi di coronavirus, con la produzione che fatica a star dietro alla grande domanda.
Le esportazioni di limoni – sottolinea la Coldiretti – sono sottoposte addirittura a controllo preventivo al pari di mascherine, ventilatori polmonari e altro materiale sanitario in Turchia dove l’agrume è impiegato in modo massiccio nella produzione di disinfettanti a base alcolica nelle abitazioni private e nei locali pubblici, con una conseguente impennata dei prezzi. Anche in Spagna che è il primo produttore di limoni dell’Unione Europa la domanda è aumentata enormemente mentre la produzione – precisa la Coldiretti – è risultata limitata per motivi climatici ed i prezzi sono schizzati.
Ma c’è una nota positiva. Si tratta infatti di una bella rivalsa per la Sicilia, dove, a causa delle importazioni dall’estero, diversi produttori avevano deciso di interromperne la coltivazione. E nell’isola si è infatti registrato un incremento delle richieste pari al 30%. In Campania – riferisce la Coldiretti – per i limoni IGP di Amalfi salgono le richieste, ma c’è il 50% di produzione in meno ed il prezzo sulla pianta è quasi raddoppiato e oscilla fra 1,20 e 1,50 euro al chilo contro circa 0,60 dello stesso periodo dello scorso anno mentre in Calabria nell’alto Jonio a partire dalla piana di Sibari è caccia ai limoni con un aumento delle quotazioni fra il 10 e il 15%.
Ovviamente – è giusto ribadirlo anche in questa sede – la vitamina C (purtroppo) non ha alcun effetto sul coronavirus, e quindi consumare grandi quantità di agrumi come limone o arancia non ne contrasterà la diffusione. Una delle tante fake news relative agli improbabili effetti benefici di alcuni cibi sul coronavirus.