Un’inchiesta presentata in tutta Europa e che di fatto ha le sue radici in un reportage investigativo realizzato dai membri della ONG spagnola Equalia ha portato sotto la luce dei riflettori le condizioni infernali di un allevamento di polli fornitore della Lidl. Le immagini sono dure e spaventosamente eloquenti: gli animali sono costretti a condividere gli spazi con i cadaveri dei loro simili, arrivando addirittura a sviluppare comportamenti di cannibalismo; e numerosi esemplari presentano infezioni, malanni o deformazioni che nei casi più gravi impediscono loro di muoversi e accedere a cibo e acqua. Le negligenze sul piano igienico sanitario, tuttavia, non finiscono certo qui: le riprese mostrano chiaramente un operaio uccidere alcuni polli malati torcendo loro il collo o sbattendoli brutalmente contro la mangiatoia, e un altro che urina all’interno dello stesso capannone.
La struttura presa in esame è situata nella Bassa Sassonia, Germania, ed è di fatto composta da dieci edifici in grado di ospitare un totale complessivo di 200 mila animali: secondo quanto sostenuto dai membri della ONG sopracitata, si tratta di uno degli anelli facenti parte del circuito di un’azienda più grande che fornisce prodotti presenti sugli scaffali Lidl. Il video ha attirato l’attenzione delle principali organizzazioni europee per la protezione degli animali, che hanno chiesto alla catena di supermercati in questione di aderire allo European Chicken Commitment (ECC), movimento nato dalla necessità di ridurre i gravi problemi di salute e benessere dei polli da carne attraverso l’introduzione di standard migliorativi. Questa particolare struttura, dopotutto, non rappresenta affatto un caso isolato: pensiamo a quanto emerso lo scorso aprile in un allevamento di KFC.
“In questi anni la selezione genetica dei polli da carne si è concentrata quasi esclusivamente sulla velocità di crescita con l’obiettivo di aumentare la massa muscolare nel minore tempo possibile” si legge in una nota stampa diffusa da Equalia in concomitanza con il video. “A causa dei ritmi di crescita rapidi e di sistemi immunitari più deboli, queste razze di pollo hanno molte difficoltà di movimento e sono predisposte all’insorgenza di gravi problemi muscolari, scheletrici e cardiaci che non solo compromettono il loro benessere, ma anche la qualità della carne, portando, per esempio, al cosiddetto white striping, una miopatia caratterizzata da striature bianche di grasso che corrono parallelamente alle fibre muscolari e aumentano il contenuto di grassi della carne”.