L’Europa manda al macero centinaia di milioni di etichette del vino per una decisione dell’ultimo minuto

Una modifica dell'ultimo minuto ha condannato al macero centinaia di milioni di etichette di vino: cerchiamo di capire cos'è successo.

L’Europa manda al macero centinaia di milioni di etichette del vino per una decisione dell’ultimo minuto

Centinaia di milioni di etichette di vino polverizzate tra gli ingranaggi della burocrazia: così, in parole povere e – considerando la mole dello spreco – nemmeno troppo drammatiche, potremmo riassumere le conseguenze di una modifica dell’ultimo minuto. Svista grossolana o male necessario? Ai posteri la sentenza – noi, qui, cercheremo di fare luce su quanto sia accaduto.

La faccenda, in realtà, è più semplice di quanto possa sembrare; ma per avere un’idea completa della vicenda è necessario procedere con ordine. Partiamo con il ricordare che, a seguito delle disposizioni previste dal regolamento Ue 2021/2117 (pubblicato il 6 dicembre 2021), le imprese vitivinicole europee avrebbero dovuto aggiornare le proprie etichette secondo i nuovi nuovi dettami circa l’elenco degli ingredienti e sulla dichiarazione nutrizionale dei vini e dei prodotti vitivinicoli aromatizzati, che possono essere fruibili al consumatore anche per via elettronica (con il QR Code, per intenderci). L’entrata in vigore di questi obblighi era prevista per l’8 dicembre di quest’anno, tra una manciata di giorni.

Etichette al macero per un cavillo dell’ultimo minuto: cos’è andato storto?

vino

Le aziende, come potrete immaginare, si sono attivate quanto prima per farsi trovare pronte all’appuntamento dell’8 dicembre. “Considerando i lunghi tempi necessari per preparare le informazioni” ha spiegato a tal proposito Mauricio González Gordon, Presidente del Comitato Europeo delle Aziende Vitivinicole (CEEV) “modificare il design delle etichette e stamparle, le aziende vinicole dell’UE hanno iniziato molti mesi fa a prepararsi per rispettare la scadenza. Stimiamo che oggi siano già state stampate diverse centinaia di milioni di etichette, molte delle quali già sugli scaffali”.

Ecco, qui è dove l’ingranaggio si inceppa. Siamo al 24 di novembre, e la Commissione europea pubblica in Gazzetta Ufficiale delle Linee guida contenenti una nuova interpretazione delle norme riguardanti l’aspetto delle etichette di vino, in cui si afferma che la presentazione di un codice QR dovrebbe essere chiara per i consumatori, e che tale codice deve essere identificato con il termine “ingredienti”. È bufera: le centinaia di milioni di etichette stampate fino a ora sono fuori legge, carta da macero.

“Le informazioni obbligatorie sugli alimenti devono essere apposte in un punto evidente in modo tale da essere facilmente visibili, chiaramente leggibili ed eventualmente indelebili” si legge al punto 38 delle Linee Guida. Vien da sé che, “se sull’etichetta non figura un chiaro riferimento al contenuto delle informazioni fornite per via elettronica, si potrebbe ritenere che si tratti di informazioni obbligatorie nascoste”, e che pertanto “la presentazione di un codice QR dovrebbe essere chiara ai consumatori per il suo contenuto, ossia le informazioni obbligatorie presentate per via elettronica”.

Il dado è tratto: “Termini o simboli generici (come la «i» di informazione) non bastano a soddisfare questi obblighi”. Alla comodità del QR deve essere affiancato necessariamente da un’intestazione “«contenente la parola “ingredienti””. I produttori e gli organi di rappresentanza insorgono: “Non possiamo accettare una nuova interpretazione, pubblicata 14 giorni prima della data di applicazione, che implicherà, da un lato, la distruzione di centinaia di milioni di etichette già stampate e, dall’altro, la nostra incapacità di stampare nuove etichette in tempo per rispettare la nuova scadenza regolamentare. Chiediamo quindi alla Commissione di modificare urgentemente le Linee Guida” ha commentato il Presidente Gordon.