Pensavamo di averla sfangata con Luca Toni Numero 1 e Carbonara. O al massimo con gli allegri Schlager tedeschi à la Die Spaghetti Polonaise. E invece no: ancora una volta dobbiamo fare i conti con una canzone in italiano sgangherato che usa il cibo (e le parole) a caso come stereotipo. Il problema poi è che la canzone in questione non vive su qualche oscuro canale Youtube, no. Sarà trasmessa il prossimo maggio all’Eurovision. A portarla chiaramente non è il nostro Olly, ma un certo Tommy Cash rappresentate dell’Estonia. Il titolo? “Espresso macchiato”.
Chi è Tommy Cash
Il bello è che l’Estonia si affaccia all’Eurovision 2025 nello stesso momento in cui lo fa l’Italia. Se sabato sera tutti noi eravamo sintonizzati su Rai Uno per la finale del festival, a Tallinn si faceva il tifo per l’Eesti Laul. Il vincitore di questa competizione canora sarebbe diventato automaticamente il portabandiera del programma europeo in mondovisione. Se per noi si è rivelato essere Olly, anche l’Estonia ha scoperto il suo: Tommy Cash.
Un nome che non è nuovo al pop locale. Tommy Cash, al secolo Tomas Tammemets, scala le classifiche dal 2012. Di professione rapper più che cantante, ha 33 anni e una carriera di tutto rispetto, fatta di album, festival e collaborazioni importanti. Talmente popolare che a questa ultima edizione dell’Eesti Laul ha vinto con il 46% dei voti del pubblico. Se finora però aveva rappato in estone, la canzone presentata quest’anno parla decisamente diverso. “Espresso Macchiato” è stata scritta da Tammemets e Johannes Naukkarinen in un misto di espressioni tipiche e luoghi comuni italiani.
Di cosa parla Espresso Macchiato
Come definirla? Secondo gli autori, Espresso Macchiato è un omaggio all’Italia, o almeno a quella italianità dell’immaginario collettivo. Che parte chiaramente da un caffè, anche se la tazzina protagonista del video Youtube e dell’esibizione si avvicina molto di più a una cup to-go americana. Dettagli, come del resto sono sicura saprete sorvolare sulla sequela di stereotipi triti e ritriti a cui ormai siamo abituati.
C’è la dimensione rilassata del Bel Paese (No stresso no stresso/ No need to be depresso), l’ostentazione di ricchezza (Mi like to fly privati/ With twenty four carati), l’atteggiamento massì, che ti preoccupi a fare (Life is like spaghetti/ It’s hard until you make it). Il tutto legato dall’espresso macchiato del ritornello (Mi amore mi amore/ Espresso macchiato por favore) e il Ciao Bella d’ordinanza. Ah sì, e poi c’è la mafia, immancabile riferimento per tutti quelli che cantano l’Italia.
Sarebbe già cringe così se non fosse per il carico da novanta del conturbante balletto che accompagna il video virale. Insomma, ne vedremo delle belle. Peccato per la solita figura che ci facciamo, ma è anche vero che c’è da fare una riflessione. D’altronde, per una nazione che basa tutta la sua identità sul cibo, ossessionata da cosa si mangia a pranzo e cena, talmente arrogante da schifare tutto quello che italiano non è, compreso quando si è in viaggio. Per tutto questo, e mettiamoci pure la politica nazionalista che si infervora più per un Parmesan che per un criminale di guerra rilasciato in prima classe, ecco: forse un po’ Espresso Macchiato ce lo meritiamo.