L’esperienza negativa dell’attrice Dakota Johnson con gli energy drink pone un problema di sicurezza?

Dakota Johnson pensava "fossero solo vitamine", ma stava bevendo due energy drink al giorno. Ingenuità o comunicazione carente?

L’esperienza negativa dell’attrice Dakota Johnson con gli energy drink pone un problema di sicurezza?

“Pensavo fossero solo vitamine”. A parlare è Dakota Johnson, attrice e modella a stelle e strisce nota per i suoi ruoli nella serie di film “Cinquanta sfumature di” e più recentemente in “Una notte a New York”, reduce da un’esperienza tutt’altro che piacevole con gli energy drink.

Sul “banco degli imputati”, per così dire, c’è Celsius, una bevanda energetica che la nostra protagonista aveva cominciato a consumare durante le riprese di un nuovo cortometraggio. “L’ho scoperta durante il primo giorno di riprese” ha spiegato Johnson “ma non pensavo che fosse Red Bull“. Ingenuità o comunicazione carente?

Le notti in bianco di Dakota Johnson e il problema della sicurezza

energy drink celsius

In una recente intervista rilasciata ai colleghi di Variety l’attrice ha raccontato di avere considerato a tempo Celsius “una bevanda naturale” in quanto contenente “B12 e vitamina A”, e di avere preso l’abitudine di consumarne anche due al giorno. Gli effetti negativi, naturalmente, non hanno tardato a manifestarsi.

Energy drink sotto accusa per gli effetti sui bambini Energy drink sotto accusa per gli effetti sui bambini

“Pensavo di essere solamente molto ispirata” ha spiegato ancora la nostra protagonista. “Mi dicevo: ‘Non dormo tutta la notte, ma solo perché ho la testa piena di pensieri’. In realtà, era perché stavo praticamente andando in overdose da caffeina“. Numeri alla mano, la maggior parte dei gusti di casa Celsius contiene 200 milligrammi di caffeina per lattina, mentre le varianti più “generose” arrivano fino a 270 mg.

A svelarle il proverbiale arcano, e a metterla in guardia sulle sue nuove abitudini di consumo, è stato un consumista: “Guarda che stai bevendo quattro Red Bull al giorno”, le avrebbe detto. Johnson ha confessato di essere rimasta sconvolta dalla scoperta: la sua idea, come accennato in apertura di articolo, era di stare semplicemente assumendo qualche vitamina in più.

La vicenda, al netto di un certo grado di ingenuità da parte dell’attrice, solleva una questione importante: non sarebbe forse più opportuno segnalare in maniera più nitida il tipo di bevanda e le sue potenziali conseguenze? Pensiamo all’esempio di Prime, l’energy drink di Logan Paul di recente diventato “bevanda sportiva ufficiale” della Juventus.

La comunicazione associa il prodotto in questione a “sinonimo di qualità, prestazioni e nutrizione all’avanguardia”; quando la stessa bevanda è già finita nel  mirino della FDA per l’eccessiva quantità di caffeina (quasi il doppio rispetto a una Red Bull, tanto per intenderci).