Bello il primo posto del podio, ma è pur sempre vero che anche l’occhio vuole la sua parte. E quello di noialtri abitanti dello Stivale, in particolare quando si tratta di ricette tradizionali, è severo come non mai: pensiamo al caso della carbonara in lattina di casa Heinz, che ha persino spinto un Ministro a esprimere il proprio parere a riguardo. Ebbene, il New York Times premia i tortellini in brodo come “comfort food perfetti per l’autunno”. I bolognesi ringraziano, ma storcono anche il naso.
Il problema è la presentazione, come accennato in apertura di articolo. L’articolo dei colleghi a stelle e strisce è accompagnato dalla foto di una presunta Tortellini Soup che, a onore del vero, pare ben lontana dall’idea di tortellini di un emiliano qualsiasi.
Il commento dell’ex sindaco di Modena e il web diviso
Fatto sta che un primo posto è pur sempre un primo posto, ed è quel tanto più prezioso quando a riconoscerlo è una testata di caratura internazionale. Questo, immaginiamo, deve essere stato il ragionamento dell’ex sindaco di Modena, Giancarlo Muzzarelli: “Oggi il New York Times elencando i piatti comfort per la stagione autunnale ha messo al primo posto i tortellini”, ha scritto sul proprio profilo Facebook. “Impossibile dargli torto”.
Comfort food, ossia piatti che sanno scaldare anche e soprattutto il cuore. La Tortellini Soup proposta dal Times, però, ricorda più un brodo rosso pomodoro dove la struttura cremosa del tortellino sembra essersi sfaldata in un mappazone di Barbierana memoria. Il Times offre anche una ricetta, a dire il vero.
“Un brodo cremoso al pomodoro con verdure” si legge nell’articolo “incriminato”, per così dire; “con cuscini di teneri tortellini comprati in negozio, a cui molti spesso si aggiunge una sbriciolata di salsiccia italiana per renderla ancora più saziante”. Sul web gli emiliani storcono il naso, difendono la tradizione, attaccano il brodo al pomodoro; ma una domanda sorge spontanea: un comfort food, per definizione, non dovrebbe essere un piatto a cui attribuiamo un valore nostalgico o sentimentale? E chi siamo noi, dunque, che oltre a dire agli altri cosa mangiare ci permettiamo anche di dire cosa sentire?