Un tiro da tre, una schiacciata decisa, una provocazione che è risaputo che la partita si gioca tanto sul legno quanto nella testa degli avversari. E poi? Beh, poi c’è l’oro al collo: l’unico risultato possibile (o forse sarebbe meglio dire accettabile?) per il team a stelle e strisce, ma comunque degno di essere celebrato a dovere. Chiedetelo a LeBron James, che in compagnia del “collega” Draymond Green ha speso oltre centomila dollari in vino e cibo francese dopo la vittoria alle Olimpiadi.
Quel che è certo è che non si è fermato alla mensa del villaggio olimpico, ecco. Stando a quanto riferito ai colleghi dell’US Sun da una fonte che ha (comprensibilmente) preferito mantenere l’anonimato, i nostri protagonisti si sono lanciati in una vera e propria avventura alcolica attraverso la campagna francese, con tanto di amici e parenti al seguito, lasciandosi alle spalle una scia di ordini a quattro e cinque cifre.
Cos’ha bevuto LeBron?
Non solo vino, a dirla tutta. Pare che King James abbia un debole per il cognac, anche se le parti più massicce del conto erano composte quasi esclusivamente dalla bevanda tanto cara a Bacco. Concediamoci un po’ di voyeurismo enogastronomico, dunque e diamo un’occhiata ad alcune delle etichette in questione.
Stando a quanto raccontato dalla fonte, i due avrebbero acquistato (tra le altre cose) almeno due bottiglie di Leroy Corton-Charlemagne Grand Cru del 2004 al prezzo di circa 9400 dollari a bottiglia, quattro bottiglie di La Tâche del Domaine de la Romanee-Conti del 2018 per un totale di 32 mila dollari, e altre quattro bottiglie di Le Pin 2016 di Pomerol, Bordeaux, il cui prezzo si aggira attorno ai 10 mila dollari l’una. À la santé. E per il mangiare?
James e Green avrebbero assunto uno chef privato che avrebbe cucinato loro del caviale in edizione limitata di casa Petrossian (di cui sono state realizzate appena un centinaio di casse: solamente per il caviale, i due avrebbero speso circa tremila dollari), manzo Charolaise e tartufo bianco. E non è finita: la fonte sostiene che i nostri protagonisti torneranno per una “nuova esperienza gastronomica” anche il prossimo anno, oro olimpico o meno. Stephen Curry, nel frattempo, pare sia ancora bandito dai McDonald’s francesi.