Le previsioni per il futuro? Un grigio di precarietà. Le principali multinazionali del catering si sarebbero ritirate dal tavolo negoziale per il rinnovo del contratto collettivo nazionale che regola le prestazioni lavorative (anche, ma non solo) degli addetti alle mense, lasciando questi ultimi sul baratro di condizioni lavorative ancora più insostenibili.
A riportare la notizia sono i colleghi de La Repubblica, che sottolinea come la portata della crisi, nel più ristretto contesto laziale, andrebbe a coinvolgere almeno 10 mila dipendenti facenti parte di aziende come Elior, Serenissima, Dussmann, Pedevilla e Vivenda: i sindacati, preso atto della “retromarcia” delle multinazionali, hanno ritenuto opportuno organizzare uno sciopero di protesta.
Cosa prevede il rinnovo del contratto?
L’eventuale rinnovo del contratto collettivo nazionale, che oltre a regolare i sopracitati addetti delle mense soprintende anche le condizioni lavorative di quelli del turismo e dei pubblici esercizi, avrebbe dovuto rafforzare le maglie delle tutele e introdurre importanti aumenti salariali anche superiori a cento euro su base mensile.
Un prospetto che, come appena accennato, ha preso inevitabilmente a incrinarsi in seguito alla decisione delle principali multinazionali del catering di non partecipare più al tavolo negoziale. La contromossa da parte dei sindacati, dicevamo, non si è fatta attendere: Filcams Cgil, Uiltucs e Fisascat Cisl hanno proclamato lo sciopero e sottolineato che, nel caso in cui l’attuale contratto collettivo non dovesse essere rinnovato, si potrebbe assistere a un netto peggioramento delle condizioni lavorative esacerbato da una forte proliferazione dei cosiddetti contratti pirata.
La proverbiale pietra dello scandalo, che avrebbe eventualmente portato alla rottura tra le parti impegnate nel negozio del nuovo contratto, è proprio la natura “dispersa”, per così dire, di quest’ultimo: la richiesta da parte delle aziende è quella di aprire un nuovo tavolo negoziale con l’obiettivo di formare un nuovo contratto collettivo nazionale riservato esclusivamente al catering e agli addetti alle mense, escludendo di fatto il settore del turismo e dei pubblici esercizi.
“La crisi senza precedenti in cui versa il comparto rende urgente e improcrastinabile l’adozione di norme ed interventi contrattuali mirati” si legge a tal proposito in un comunicato stampa redatto da Anir e Angem, le associazioni che rappresentano le principali aziende del catering. “Ribadiamo la richiesta di trattare separatamente le peculiarità della ristorazione collettiva”.
La lettura da parte del fronte sindacale, come avrete forse già intuito, è di fatto di segno opposto: “In realtà le aziende chiedono di fare un contratto più povero perchè le loro richieste sono tutte peggiorative rispetto all’attuale contratto” ha spiegato Alessandro Russo segretario regionale Filcams Cgil Roma e Lazio. “Non vorranno applicare gli aumenti che stiamo per ufficializzare con il rinnovo dell’attuale contratto”.