Le multe ai prodotti vegetali con nomi “da carne” sono realtà: approvata la proposta della Lega

Niente più "bistecca di soia": la proposta della Lega di vietare riferimenti alla carne a prodotti vegetali è stata approvata in Senato.

Le multe ai prodotti vegetali con nomi “da carne” sono realtà: approvata la proposta della Lega

No, niente più bresaola di seitan, bistecca di tofu o, più generalmente, prosciutto veg – la virtù della chiarezza ha finito per prevalere su ogni malizioso tentativo dei prodotti alimentari a base vegetale di appoggiarsi al bagaglio di notorietà della carne, al mito degli allevamenti, all’intonso legame che lega il macello all’animale. Ve ne avevamo già parlato, ma vi facciamo un piccolo riassunto per aiutare chi, malauguratamente, si è seduto sul fondo: la Lega ha recentemente presentato una proposta di legge che fondamentalmente vietava il riferimento a carne e derivati per prodotti che contengono esclusivamente proteine vegetali. La battaglia per il meat sounding è stata portata avanti al grido di “vietato ingannare il consumatore”; e ora pare conclusa.

Meat sounding: vietato nominare “carne” i prodotti vegetali

carne vegetale

Insomma, che i prodotti vegetali si trovano il loro nome di battesimo, che qui mica possiamo permettere che si appoggino al bagaglio culturale della carne per attirare consumatori ignari di quanto stanno portando in tavola. Il divieto è realtà: la IX Commissione del Senato ha appena approvato la proposta della Lega, con le prime firme di Gian Marco Centinaio e Giorgio Maria Bergesio. I nomi che “fanno riferimento alla carne e ai suoi derivati” non potranno più essere utilizzati dai “prodotti trasformati che invece contengono esclusivamente proteine vegetali”.

I Tedeschi non hanno mai mangiato così poca carne: è l’era dei vegetariani? I Tedeschi non hanno mai mangiato così poca carne: è l’era dei vegetariani?

Mettere i puntini sulle i non è necessariamente sbagliato – è bene notare, d’altronde, che esiste una frangia piuttosto nutrita della comunità veg (e non solo) che da sempre trova bislacca la necessità dell’industria delle alternative vegetali di cercare l’appoggio della carne, quasi come un bambino che cerca lo sguardo di approvazione dei propri genitori. La carne non la mangiamo più: che necessità c’è di continuare a creare totem che portano il suo nome per sostituirla?

Ma torniamo a noi: “Grazie a questa norma, non potremo trovare più sugli scaffali dei nostri supermercati etichette con nomi come ‘bistecca di soia’ o ‘di tofu’, ‘hamburger veg’, ‘mortadella vegana’ o altri”, spiegano Centinaio e Bergesio. “Si tratta di denominazioni che ingannano i consumatori, che possono convincersi di acquistare prodotti che contengono anche proteine di origine animale, quando invece non è così”.

“Siamo convinti” continuano i senatori “che chi vende prodotti con etichette ambigue compia una concorrenza sleale. Anche per questo, con la nuova norma rischierà pesanti sanzioni”. Che prevede, dunque, il futuro? “Ci auguriamo che il testo arrivi presto in Aula a Palazzo Madama, per poi completare il proprio iter alla Camera” concludono i due.