Mancia sì o mancia no? E di quanto? Un’usanza che in Italia è sempre dipesa da criteri più o meno soggettivi – in mancanza di prassi sociali uniformemente consolidate – in molti altri Paesi del mondo è ben più radicata e comune. Ma un report di SumUp mette in luce un’inversione di rotta anche nello Stivale, dettata dall’aumento delle mance lasciate digitalmente tramite POS. Ma c’è un però: non è proprio tutta farina del nostro sacco.
Chi lascia le mance digitali?
Negli Stati Uniti al momento del pagamento è il POS stesso a proporre diverse opzioni di percentuali da poter lasciare alla sala e alla cucina (sotto lo sguardo vigile di chi sta dietro il bancone a mettere una certa pressione per la scelta dell’importo da selezionare). Anche in Italia, tuttavia, si avverte un cambiamento. Un recente report di SumUp, nota fintech del POS bianco, riporta dati che dimostrano un aumento delle mance lasciate digitalmente. Niente più spicci lasciati sul tavolo, quindi, ma un adeguamento alle prassi più comuni fuori dallo Stivale. Le cifre parlano di un incremento del 41% delle mance digitali dal 2022 al 2024, con picchi del 49% a Roma.
Il numero di attività commerciali che le accettano in questa forma è aumentato del 24%. Ma c’è un però. Sebbene il trend stia prendendo forma anche dalle nostre parti, si tratta di un’usanza importata, praticata soprattutto da turiste e turisti stranieri in visita nel Bel Paese. Le testimonianze di attività gastronomiche come macellerie e ristoranti evidenziano un trend di cui sono protagonisti soprattutto cittadini statunitensi e nordeuropei. C’è da dire, tra l’altro, che non tutti i POS sono abilitati ad accettare le mance e che è anche necessario conoscere gli adempimenti da seguire in termini fiscali. La Legge di Bilancio 2023 è il documento di riferimento in materia, che prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva del 5% sulle mance.