Le esportazioni di vino italiano verso gli USA sono bloccate

La minaccia dei dazi al 200% si fa sempre più reale: perché i container carichi di vino sono fermi nei porti italiani?

Le esportazioni di vino italiano verso gli USA sono bloccate

La scorsa settimana scrivevamo che la minaccia dei dazi stava in qualche modo avendo effetti positivi sulla vendita di Prosecco negli States. Ma dati gli ultimi aggiornamenti, bisogna ammettere che lo scenario ora è parecchio diverso. Da diversi giorni i container carichi di bottiglie di vino italiano (non solo Prosecco, beninteso) in partenza per gli Stati Uniti sono bloccati. Spedire adesso avrebbe significato far arrivare il prezioso nettare sul mercato americano già oltre la data del 2 aprile, quando i tanto temuti dazi dovrebbero entrare in vigore.

Partenze congelate e lettere al ministro

vino rosso calice

Usiamo il condizionale perché di fatto non è ancora giunta alcuna conferma sulle previste imposte al 200% sul vino; ma la semplice ombra che aleggia sul mercato internazionale basta a decretare lo stop delle spedizioni vinicole in direzione degli Stati Uniti. La paura è che i carichi raggiungano il suolo a stelle e strisce e vengano sdoganati già dopo il 2 aprile, la data rossa sul calendario che segnerebbe l’introduzione dei dazi.

Il problema, neanche a dirlo, non è da poco; per diverse aziende una buona parte del fatturato dipende proprio dalle esportazioni nel Nuovo Continente. Qualche cifra? Stando ai dati de Il Sole 24 Ore, parliamo del 15% (35 milioni di euro) del fatturato per Marchesi Antinori, e addirittura il 50% (60 milioni di euro) per la Ruffino di Pontassieve (Firenze), che fa capo al gruppo americano Constellation Brands.

Lollobrigida sui dazi di Trump, che minano “anche rapporti di diversa natura” Lollobrigida sui dazi di Trump, che minano “anche rapporti di diversa natura”

È proprio Sandro Sartor, presidente e managing director della Ruffino, a spiegare: “La prima mossa è stata della catena di supermercati americani TotalWine, che ha scritto a tutti i fornitori europei per cancellare gli ordini sospesi, spiegando di non volersi assumere il rischio di pagare i possibili dazi all’arrivo della merce”.

E se le aziende vitivinicole congelano le partenze, i consorzi di tutela inviano lettere al ministro dell’agricoltura Lollobrigida per denunciare la gravità della situazione e le ingenti perdite economiche. Scrivono, come ci si aspetterebbe, i tre consorzi di tutela del Prosecco (uno dei vini più apprezzati oltreoceano), così come, in modo congiunto, i  consorzi del Chianti Classico, Brunello di Montalcino, Bolgheri e Barolo; prende carta e penna anche il consorzio del Chianti, in autonomia. Staremo a vedere cosa succederà da qui al prossimo 2 aprile.