Quel “dietetiche” sarà anche vagamente rassicurante, ma a volte le pacche alle spalle rischiano di trasformarsi in pugnalate. Bere due litri o più a settimana di bevande zuccherate artificialmente – l’equivalente di una bibita dietetica di medie dimensioni al giorno – aumenta il rischio di fibrillazione atriale del 20%, ha svelato uno studio pubblicato recentemente sulla rivista Circulation: Arrhythmia and Electrophysiology.
La fibrillazione atriale, è bene notarlo, è una forma di aritmia – o battito cardiaco irregolare, tanto per intenderci – che spesso e volentieri viene descritta dai pazienti come una sorta di fremito nel petto. “Questo è il primo studio a segnalare un legame tra dolcificanti ipocalorici e bevande zuccherate e un aumento del rischio di fibrillazione atriale”, ha affermato Penny Kris-Etherton, professoressa emerita di scienze nutrizionali presso la Pennsylvania State University.
Bevande dietetiche, dolcificanti e problemi al cuore: parola alla scienza
Vale la pena notare, prima di addentrarci nella cosiddetta “ciccia” dello studio in questione, che il legame tra dolcificanti, bevande zuccherate e dietetiche e il rischio di complicazioni in materia di salute è da tempo sotto la lente d’ingrandimento delle autorità scientifiche e sanitarie. Basti pensare che studi relativamente recenti hanno, ad esempio, evidenziato un legame tra il consumo di bibite zuccherate e l’aumento del rischio di sviluppare il cancro al fegato e svelato che il sucralosio, dolcificante di uso comune in cibi e bevande dietetiche, sarebbe in grado di danneggiare ed eventualmente rompere il DNA.
Ma torniamo a noi. La fibrillazione atriale, già citata in apertura di articolo, è una condizione che può portare alla formazione di coaguli di sangue, innescare un’insufficienza cardiaca e aumentare il rischio di demenza, di malattie ai reni e di – ovviamente, ci viene quasi da dire – infarto. A oggi, secondo i dati della Heart Rhythm Society, che rappresenta più di 7.000 specialisti in disturbi del ritmo cardiaco provenienti da più di 90 paesi, quasi 40 milioni di persone in tutto il mondo vivono con la fibrillazione atriale – un numero che negli anni a venire potrebbe aumentare sensibilmente, considerando l’epidemia di obesità in corso.
Lo studio in questione ha preso in esame i dati di oltre 200 persone registrate nella UK Biobank, rivelando che i maggiori consumatori di bevande zuccherate artificialmente o dietetiche avevano maggiori probabilità di essere donne, più giovani, di pesare di più e di avere una maggiore prevalenza di diabete di tipo 2. Allo stesso tempo, il profilo del consumatore medio di bevande zuccherate era maschio, giovane, con problemi di peso e sofferente di complicazioni cardiache.
I risultati li abbiamo visti in apertura – un consumo di bevande zuccherate artificialmente o dietetiche è stato associato a un aumento del rischio fino al 20% di complicazioni di natura cardiaca. Gli autori dello studio, però, raccomandano la consueta cautela degli uomini di scienza: “I risultati del nostro studio non possono concludere in modo definitivo che una bevanda comporti più rischi per la salute di un’altra” ha spiegato il dottor Ningjian Wang, professore presso l’Università di Los Angeles. “Questo perché una dieta è molto complessa, e alcune persone potrebbero andare a bere più di un tipo di bevanda “sporcando” i dati”.
Anche considerando questa puntuale considerazione, le conclusioni sembrano più che eloquenti. “”Tuttavia, sulla base di questi risultati, raccomandiamo alle persone di ridurre o addirittura evitare le bevande zuccherate artificialmente o dietetiche quando possibile” ha concluso Wang.