Le proteste degli agricoltori hanno, tendenzialmente, un elemento in comune – la nettissima eloquenza. Basti chiedere ai nostri cugini d’Oltralpe, che nell’ultimo mese si sono trovati con quintali di letame piazzati agli uffici statali e paesi messi (letteralmente!) sottosopra. Più recentemente il teatro (e anche le ragioni, come vedremo più avanti) si è spostato di qualche chilometro più a Est, nella vicina Germania.
Diciamo che è un ottimo momento per non essere un pendolare tedesco, ecco. Ve la facciamo breve: gli agricoltori hanno fondamentalmente paralizzato la rete stradale di tutto il Paese organizzando sfilate di trattori su autostrade, svincoli e strade secondarie. Sfilate, beninteso, che sfilano a passo uomo o che non sfilano affatto.
La protesta degli agricoltori in Germania: cause ed effetti
Come di consueto in questi casi, l’intero movimento di protesta è di fatto stato accompagnato da slogan forti e impattanti: “Nessun agricoltore, nessun futuro” si legge ad esempio sui trattori che nelle ultime ore hanno sfilato nei pressi della Porta di Brandeburgo, nel pieno cuore di Berlino. Un metodo più che eloquente, come dicevamo in apertura di articolo, per ricordare al mondo chi possiede la chiave per i campi e, di conseguenza, la chiave per il cibo.
La protesta, stando a quanto riportato dai colleghi di Euronews, dovrebbe di fatto protrarsi per una settimana intera – anche se possiamo immaginare che, qualora gli agricoltori non dovessero raggiungere i risultati sperati (o almeno una parte), la sua durata potrebbe allungarsi ancora.
Secondo quanto riportato dalle fonti internazionali i punti di blocco sono numerosi e sparsi su pressoché l’intero territorio tedesco. Nello stato nordorientale del Meclemburgo-Pomerania Anteriore, gli agricoltori hanno bloccato gli svincoli autostradali con centinaia di trattori, forti dell’alleanza con le imprese di trasporto che protestavano contro l’aumento dei pedaggi dei camion; in Sassonia, secondo la polizia, alcuni svincoli autostradali nella zona di Dresda sono completamente inagibili; e la produzione nello stabilimento automobilistico Volkswagen di Emden, nel nord-ovest della Germania, è stata interrotta perché le strade di accesso erano di fatto bloccate, impedendo così ai dipendenti di recarsi al lavoro.
La cosiddetta pietra dello scandalo, che ha innescato l’intera operazione di protesta, è naturalmente di natura economica; e riguarda il piano delle autorità governative di abolire le agevolazioni fiscali sul diesel impiegato in agricoltura.
Il governo si è già mosso per accogliere le richieste degli agricoltori, promettendo che il taglio in questione sarebbe stato scaglionato su un periodo di tre anni, ma l’Associazione tedesca degli agricoltori ha affermato che insisterà affinché i piani vengano annullati del tutto. Come insisterà, chiedete? Ma è chiaro – una settimana di protesta, con trattori che intasano la rete stradale.