Chiamiamolo “arancine-gate“, all’americana. Ma tenere il profilo basso, tuttavia, sarebbe più opportuno vista la mesta figura che fanno tutti i protagonisti di questa contesa a suon di (poco) succulenti arancine.
Roberto Lombardi, cuoco palermitano esperto in fritture, minaccia un’azione legale contro il Movimento Cinque Stelle colpevole, a suo dire, di non aver pagato per intero una fornitura della specialità siciliana.
La disputa legale inizia a settembre, durante la festa Italia 5 Stelle nel capoluogo siciliano. Il cuoco sostiene di aver stretto un accordo, senza formale contratto, per una fornitura alla festa di panelle, le frittelle fatte con la farina di ceci, tipico cibo da strada della cucina locale, e di oltre 4000 arancine.
Ma con il Corriere Palermo il cuoco è sceso in dettagli:
Roberta Lombardi, deputata del M5S, si sarebbe presentata alla bottega del quasi-omonimo cuoco, in un incontro degno del miglior teatro degli equivoci. Assaggiate arancine e panelle, lo avrebbe nominato d’imperio fornitore del Movimento per la sua festa regionale.
“Sono stato ingaggiato senza un contratto, in base solo ad un accordo verbale”, si lamenta adesso chef Lombardi, accusando la controparte di aver subito anche un danno d’immagine: alla festa le arancine si sarebbero vendute a un prezzo eccessivo, ben 3,50 euro, mentre l’accordo “verbale” prevedeva una maggiorazione di soli 20 centesimi rispetto al prezzo d’acquisto di 1,80 euro, vale a dire 2 euro.
Com’è, come non è, Lombardo sostiene di aver incassato soltanto un acconto di 4.000 euro, ne ha chiesti invano altri 6.000.
I pentastellati respingono le accuse minacciando a loro volta querele.
Perché lo chef “non avrebbe lavorato bene” fornendo le arancine in ritardo, oltre ad aver smaltito gli oli esausti in modo non corretto.
Ha detto Roberta Lombardi al Corriere: “Abbiamo fatto un contratto con un consorzio, che a sua volta ne ha fatto un altro con Lombardo, le cui prestazioni, però, si sono dimostrate al di sotto delle aspettative”.
[Crediti | Link: Corriere Palermo]