Il Gruppo Lavazza brinda a un 2022 coi fiocchi: l’azienda piemontese ha infatti chiuso l’anno passato con ricavi che ammontano a un totale di 2,7 miliardi di euro, in crescita del 17,6% su base annua; un Ebitda di 309 milioni, in linea col 2021 (312 milioni), un Ebitda margin dell’11,4%, un Ebit di 160 milioni (164 milioni nel 2021), con un Ebit margin del 5.9% e un utile netto di 95 milioni (-9,5%); tagliando così il traguardo dell’anno nuovo assestandosi su di una posizione finanziaria netta pari a 136 milioni di euro. Insomma, nonostante uno scenario tutt’altro che amichevole, che ha senz’altro macchiato uno degli anni più complicati della sua lunga storia, il Gruppo ha saputo proteggere e coltivare una crescita decisamente notevole.
Lavazza: crescita e ambizioni in un anno difficile
Il 2022 è stato uno scenario economico complesso, stavamo dicendo. Ricorderete, ad esempio, i rincari alle materie prime che hanno spinto verso nuove vette il prezzo del caffè, ma anche naturalmente gli aumenti ai costi di produzione tra imballi, energia e gas – un binomio che abbiamo imparato a riassumere con l’espressione “caro bollette” -, logistica e trasporti. “Sono addirittura più orgoglioso di questo bilancio che di quello del 2021, terminato con numeri da record” ha commentato, non a caso, l’amministratore delegato di Lavazza Antonio Baravalle. “Le difficoltà da gestire sono state superiori a quelle del periodo pandemico”.
Un risultato difficile, dunque, ma che in definitiva è stato conquistato. Lo stesso Baravalle non ha dubbi: la crescita del fatturato è merito soprattutto del “forte impegno su tutti i livelli aziendali nel portare avanti una strategia di sviluppo internazionale insieme a una gestione di contenimento dei costi in un contesto estremamente complesso”. Guai dormire sugli allori, però: l’amministratore delegato si raccomanda di sottolineare come l’attenzione del Gruppo Lavazza sia ora “focalizzata sull’eccezionale rialzo dei costi avvenuto nell’esercizio appena concluso, che condizionerà pesantemente anche il 2023″.
Già, il futuro continua a configurarsi incerto. “Il 2023 sarà l’anno più difficile per tutto il settore del largo consumo” ha continuato Baravalle “un anno in cui tutte le difficoltà si addenseranno sul conto economico delle imprese, gli indici dei consumi non sono positivi”. La medicina per superare la complessità del momento, tuttavia, è una sola: “Si pedala più forte”, spiega Baravalle.
“La famiglia Lavazza è un azionista di lungo termine e guarda avanti. Nessun blocco delle assunzioni, investimenti confermati, circa cento milioni di investimenti annuali sulle produzioni, non abbiamo debiti che ci impongono misure forti, cosa non comune a tante aziende. Diventa solo più importante la gestione della cassa e del capitale circolante”.