C’è chi non ci vedrà nulla di nuovo e chi, forse più ottimista, intravede nuovo spazio di manovra per estendere una crescita da record. Potremmo parlare di questione di bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, ma la realtà è alla legge del numero non si scappa: il prezzo del cacao, che lo scorso giugno già si configurava come al massimo degli ultimi 46 anni, pare destinato ancora a salire.
A innescare un tale rigonfiamento dei prezzi troviamo il convergere di una domanda ancora pienamente solida – e che, con la Pasqua sempre più vicina, che potrebbe andare incontro a una nuova crescita – e gravi problemi di approvvigionamento, con l’Africa occidentale che si è trovata a soffrire il cappio di una spietata siccità prima e la violenza di piogge abbondanti – troppo abbondanti, di fatto – poi. A oggi, la produzione di cacao risulta pesantemente mutilata; e a New York il prezzo segna 6.549 dollari per tonnellata, con una crescita di oltre il 57% dall’inizio dell’anno.
Il mondo del cacao tra prezzi alle stelle e domanda stabile
Come brevemente accennato nelle righe precedenti, è interessante notare come l’impennata storica – aggettivo spesso utilizzato a vanvera per conferire una pretesa di solennità, ma che in questa occasione pare più che adatto – impennata dei prezzi del cacao non si sia tradotta in un raffreddamento della domanda globale.
Ci potrebbero essere utili, per comprendere appieno questa anomalia, le parole di Paul Joules, analista della Rabobank: “Si potrebbe dire che uno dei motivi per cui abbiamo visto il cacao reggere abbastanza bene in termini di domanda è che si tratta probabilmente di un acquisto compulsivo per i consumatori” ha spiegato “quindi non vediamo che abbia lo stesso tipo di dinamica della domanda di molti altri prodotti”.
In altre parole non vogliamo rinunciare alla rassicurazione del cacao – anche se ogni acquisto si traduce in una pugnalata al portafoglio. Potremmo chiederci, ora che abbiamo tracciato l’impalcatura contestuale, quanto potrà ancora salire il prezzo del cacao: la lettura proposta dagli analisti è che i prezzi continueranno a salire finché non vedremo una “significativa distruzione della domanda”.
Il che ci porta a Pasqua, che d’altronde non c’è occasione migliore per tradurre in termini più concreti tutto questo gran parlare di prezzi in crescita, di produzione annientata da siccità e alluvioni e di numeri. Stando alle rilevazioni effettuate dal Codacons i listini delle uova hanno subito un aumento medio del 24% (con picchi, è bene notarlo, che arrivano a superare il 40% per determinate marche), che va a seguire il +15,4% fatto registrare nel 2023.
Qualche esempio pratico, tratto direttamente dall’indagine del Codacons: l’uovo Kinder Gransorpresa da 150 grammi, che ha un prezzo fisso in tutta Italia indipendentemente dal punto vendita, è passato dai 9,99 euro dello scorso anno agli attuali 11,99 euro, con un incremento netto di 2 euro (+20%). Altre marche di fascia alta per adulti, con un peso compreso tra i 320 e i 365 grammi, superano invece i 18 euro al pezzo, forti di rincari del 33% su base annua. Sarà una Pasqua amara, in altre parole, ma non temete: se il prezzo del cacao dovesse continuare a crescere sarà comunque la più dolce di quelle a venire.