Non solo Sardegna: le proteste per i prezzi del latte, insufficienti a coprire le spese di produzione che invece continuano a crescere, raggiungono anche la Toscana. Un corteo di agricoltori a bordo di trattori, camion e auto, ha infatti sfilato per le strade di Grosseto, senza mostrare alcuna bandiera delle associazioni di categoria. Gli unici vessilli erano quello dei pastori sardi e quello di Liberi Agricoltori, una neonata associazione indipendente.
La motivazione che sta dietro le proteste, come accennato, è da ricercarsi nei rincari dell’ultimo periodo, che hanno colpito il prezzo dei mangimi, dell’elettricità e del gasolio. “È aumentato tutto, tranne i prezzi dei nostri prodotti” ha dichiarato Salvatore Fais, ideatore della manifestazione. “Un latte vaccino che possiamo comprare in offerta al supermercato magari a 69 centesimi, alla stalla che produce viene riconosciuto solo 40 centesimi al litro, mentre già nel 2019 Ismea parlava di un costo di produzione dai 45 ai 50 centesimi per il latte vaccino e 1 euro e 15 per quello ovino”.
Fais spiega che un “buon prezzo per il produttore” dovrebbe aggirarsi intorno ai 1,50 euro per il latte di pecore e almeno 60-65 centesimi per quello vaccino. “Siamo colpiti da una crisi profonda che ci sta costringendo sempre più a vendere il nostro prodotto, al di sotto del costo di produzione” si legge in un documento inviato al ministero “la politica sia a livello regionale che nazionale e comunitaria, invece di ascoltare le nostre istanze, continua ad ascoltare e a tutelare le grosse lobby commerciali, che stanno trasformando l’Italia, da straordinaria terra di produzione del cibo, in piattaforma commerciale in mano alla speculazione finanziaria”. E in caso di mancata risposta, gli agricoltori coinvolti nella protesta bruceranno le loro tessere elettorali.