Mio nonno mi diceva sempre che il naso è sopra la bocca perché così, quando stiamo per mangiare qualcosa di scaduto, ce ne accorgiamo in tempo. Ecco, quello che non sapevo, però, è che evidentemente mio nonno conduce una seconda vita come CEO dei supermercati Morrisons. Altrimenti come spiegare la scelta di rimuovere le diciture “da consumare entro” dal 90% delle confezioni di latte, invitando invece i clienti ad annusarlo per verificarne la qualità?
Scherzi a parte, l’idea della catena del Regno Unito pare ben pensata: aggiungere un “preferibilmente” al “da consumare entro”, incoraggiando poi i propri clienti a dare una sana annusata per capire se è effettivamente andato a male. L’obiettivo? Ridurre gli sprechi, chiaramente. Dopotutto, secondo l’ente di beneficienza per il riciclaggio Wrap sostiene che il latte è il terzo prodotto alimentare più sprecato in assoluto nel Regno Unito, e così ogni idea è la benvenuta. Si stima, inoltre, che circa 85 milioni di pinte scartato siano dovute a coloro che hanno seguito troppo alla lettera la dicitura “consumare entro”, quando è stato ampliamente dimostrato che si può bere anche nei giorni immediatamente successivi.
“Le date sul latte rimarranno le stesse: è ciò che stiamo chiedendo ai clienti che sta cambiando” ha commentato un portavoce di Morrisons. “Il latte di buona qualità e ben conservato ha una buona durata di alcuni giorni dopo le normali date di scadenza – e pensiamo che dovrebbe essere consumato, non rovesciato nel lavandino. Quindi oggi facciamo un passo coraggioso e chiediamo ai clienti di decidere da sé se il loro latte è ancora buono”.