L’avevano promesso, l’hanno mantenuto: il prezzo del latte ovino non ha ancora convinto né motivato i pastori sardi ad aver ottenuto quello che avevano richiesto più di un anno fa. Così in occasione dell’udienza preliminare tenutasi oggi contro dieci allevatori sardi, i pastori sardi hanno dichiarato la loro intenzione che non hanno paura anzi di manifestare di nuovo.
“Siamo pronti a ricominciare e a scendere nelle strade come un anno e mezzo fa“. Così inizia la lettera, rivolta al Tribunale di Nuoro e allo Stato italiano, che alcuni membri dell’associazione Libertade hanno letto oggi, quando si sarebbe dovuta tenere l’udienza preliminare che vede imputati dieci allevatori per le proteste dell’8 febbraio 2019 al bivio di Siniscola (Nuoro) e del 13 febbraio a Lula (Nuoro). Le ipotesi delittuose contestate sono il blocco stradale, ai sensi dell’art. 1 d.lgs. 66/48 e l’organizzazione di manifestazione non autorizzata, cosi si legge nel capo di imputazione: “perché in concorso tra loro, senza nessun preavviso all’Autorità di P.s., si riunivano e organizzavano una manifestazione contro il basso prezzo del latte, bloccando e rallentando il traffico sulla 131, versando sul manto stradale bidoni di latte”.
L’udienza però è stata rinviata al 17 dicembre, per un difetto di notifica ad uno degli imputati. L’associazione Libertade si è comunque presentata, dato che è un’associazione senza scopo di lucro e apartitica che intende portare solidarietà alle persone destinatarie di provvedimenti dell’Autorità giudiziaria e/o di polizia. Il sit in organizzato dall’associazione ha visto la partecipazione di alcuni allevatori e in questo frangente è stato letto un documento nel quale si parla di “comportamento repressivo utilizzato dallo Stato italiano“. Davanti “al buio più totale” e a “nessun cambiamento“, i pastori sardi hanno dunque chiesto che si “battono per ottenere un “equo” prezzo del latte ovino“.
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Dato che è trascorso più di un anno dalla vicenda e, secondo i diretti interessati, ben poco è stato concretamente fatto, nella lettera i pastori sardi dicono che “l’unica alternativa è la lotta, quella vera e concreta, come un anno e mezzo fa nelle strade, nelle piazze, giorno e notte. Diffidate da chi vi dice che le lotte si fanno nei tavoli, non riusciranno a schiacciarci“.