La settimana scorsa vi raccontammo dell’appello divulgato da Copagri, che individuava a 50 centesimi al litro il prezzo minimo che avrebbe potuto disinnescare la crisi del latte. In questo contesto, Granarolo è stata tre le prime società a muoversi, annunciando il riconoscimento agli allevatori un prezzo minimo alla stalla di 48 centesimi al litro, al quale aggiungere IVA e premio qualità.
Una scelta che lo stesso presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha definito “responsabile”, augurandosi che venga presa a esempio anche dal resto dei grandi gruppi industriali e cooperativi della filiera italiana. Si stima, infatti, che l’effetto congiunto dell’incremento dei costi di produzione (siano questi declinati nel prezzo dei mangimi, dei carburanti o dell’energia) abbia causato un aumento dei costi di produzione complessivi del 57%, che pone numerosi allevamenti della filiera in una condizione dove i compensi sono insufficienti a coprire le spese.
“In un periodo di grande difficoltà per il comparto zootecnico, il positivo segnale assicurato da Granarolo contribuisce a dare un po’ più di fiducia e di prospettiva a molti agricoltori” ha spiegato il presidente di Confagricoltura Brescia, Giovanni Garbelli. “Un faro in mezzo a un mare di problematiche che si trascinano da mesi aggravate dallo scoppio della guerra in Ucraina. La decisione di Granarolo sia da esempio per altri gruppi”.